La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Simone de Beauvoir filosofa e scrittrice madre del movimento femminista

Scrittrice, filosofa, insegnante e saggista, la de Beauvoir, quale osservatrice lucida della società francese del primo ’900, ammaliò la sua generazione e spalancò le porte alla riflessione femminista degli anni a venire.

Simone de Beauvoir filosofa e scrittrice madre del movimento femminista

Simone Lucie Ernestina de Beauvoir nacque a Parigi il 9 Gennaio del 1908 da una famiglia di ceto alto-borghese.

A causa di un tracollo finanziario, però, ben presto la famiglia si trovò a dover cambiare abitudini, cambiare casa ed anche quartiere.

Simone e la sorella più piccola Henriette, vissero lunghi anni di disagi e ristrettezze economiche ma, grazie ai frequenti soggiorni a Meyrignac dai nonni paterni, poterono godere della meravigliosa natura del luogo e vivere un’infanzia tutto sommato serena.

Fu una bambina curiosa, interessata a ciò che la circondava e, soprattutto, una scolara appassionata e diligente.

Nel 1926 si iscrisse alla Sorbona e, laureandosi a pieni voti in filosofia con una tesi su Leibniz, tre anni dopo ottenne l’idoneità all’insegnamento, riservata solo agli allievi migliori.

In questi anni universitari, Simone si innamora del cugino Jacques Champigneulle che, dopo un periodo di fidanzamento, la lascia improvvisamente per sposare un’altra ragazza, causandole una forte depressione.

Sempre all’università incontra il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre, che diverrà il compagno della sua vita.

Dal 1930 inizia ad insegnare, prima a Marsiglia, poi a Rouen ed in fine a Parigi.

A Parigi, infatti, si stabilisce con il compagno Sartre e con lui compie vari viaggi fondamentali per la sua formazione intellettuale.

I due si appassionano al cinema e al jazz e vivono con partecipazione i grandi rivolgimenti politici di quegli anni.

Durante la seconda guerra mondiale, nella Parigi occupata dai nazisti, Simone lavora per molto tempo come direttrice in una radio collaborazionista di Vichy, dimostrando una totale indifferenza per la sorte degli ebrei.

Nel 1943, a causa dello scandalo che la vede accusata di corruzione di minorenne per via di una relazione lesbica con una sua studentessa, viene licenziata e interdetta a vita all’insegnamento.

Sempre in questo anno pubblica il suo primo romanzo “L’Invitata” ed entra a far parte del comitato di redazione della rivista L’Es Temps Modernes insieme a Sartre.

A guerra finita si reca negli Stati Uniti per una serie di conferenze ed incontra lo scrittore Nelson Algren, con cui avvia una intensa storia d’amore.

Di ritorno dal viaggio in America pubblica “Il Secondo Sesso”, forse la più famosa tra le sue opere, un saggio fondamentale che da un lato fa il punto sulle conoscenze biologiche, psicoanalitiche, storiche e antropologiche esistenti sulla donna, dall’altro apre la strada a quella discussione radicale sulla condizione femminile.

Quindi pubblica il romanzo “I Mandarini”, con cui vince il premio Goncourt ma che, insieme al Il Secondo Sesso, provoca in Francia un grande scandalo ed entrambe le opere vengono inserite nell’Indice dei libri proibiti.

A partire dal 1958, si dedica alla sua autobiografia, uscita in quattro volumi: “Memorie di una ragazza per bene”, “L’età forte”, “La forza delle cose”, “A conti fatti”.

L’opera, oltre ad offrire la storia personale della scrittrice, è una diretta testimonianza del dibattito culturale svoltosi in Francia nel secondo trentennio del secolo.

Gli anni ’70, dal ’68 in poi, la vedono in prima linea in molte cause sociali: la dissidenza sovietica, il conflitto arabo-israeliano, il Cile.

Ma è soprattutto il femminismo ad affascinarla e, dichiaratamente a favore dell’aborto, pubblicando nel 1971 “Il Manifesto delle 343 Puttane”, Simone de Beauvoir si consacra madre del movimento femminista.

Nell’ultimo periodo della sua vita, la scrittrice affronta un altro tema importante come la vecchiaia, con il saggio “La terza età”, e con il libro “La Cerimonia degli Addii”, una puntuale cronaca degli ultimi anni di vita del celebre compagno filosofo.

Simone de Beauvoir muore nell’Aprile del 1986 a Parigi sei anni dopo Sartre.

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