La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Saffo la prima poetessa della storia

Saffo, prima grande poetessa della storia

Uno dei più straordinari e singolari tesori d’arte e di umanità che la Grecia arcaica ci abbia mai lasciato è certamente la poesia di Saffo,
la quale rappresenta una delle maggiori vette raggiunte dalla lirica di tutti i tempi.

Saffo, prima grande poetessa della storia

Saffo la prima poetessa della storiaSaffo, la prima poetessa della storia, era originaria di Eresos, una città sull’isola di Lesbo, nell’Egeo e nacque intorno al 640 avanti Cristo.

Le origini di Saffo, la prima poetessa della storia

Di famiglia aristocratica, a causa delle lotte politiche tra i vari tiranni che allora si contendevano la supremazia sull’isola, per una decina d’anni si trasferì con la famiglia in Sicilia.

Oltre al padre e alla madre, la famiglia era composta da altri tre fratelli maschi: Carasso, il più grande, un mercante di vini, Larico, coppiere presso il palazzo della magistratura ed Eligio, il più piccolo.

Da quanto emerge da alcune poesie, durante un viaggio in Egitto, Carasso si innamorò perdutamente di una giovane donna dorica, causando alla propria famiglia la rovina economica e morale. Nei versi la poetessa prega affinché il fratello possa ricongiungersi con i propri cari e lancia una maledizione contro la giovane donna.

Tornata in Grecia, ad Ereso, fu direttrice ed insegnante in un “Tiaso”, una sorta di collegio in cui veniva curata l’educazione di giovani fanciulle di famiglia nobile, incentrata su valori quali l’amore, la delicatezza, la grazia, la capacità di sedurre, il canto, l’eleganza e la raffinatezza degli atteggiamenti.

La sua poesia

Già nell’antichità Saffo, a causa della bellezza dei suoi componimenti poetici e della conseguente notorietà acquisita presso gli ambienti letterari dell’epoca, fu oggetto di vere e proprie leggende, riprese ed amplificate nei secoli successivi.

A partire dal 1800, la sua poesia divenne paradigma dell’amore omosessuale femminile, dando origine al termine “saffico”. La poetica di Saffo, la prima poetessa della storia, si incentra sulla passione e sull’amore per vari personaggi e per entrambi i generi.

Le voci narranti di molte delle sue opere parlano di infatuazioni e di amore per soggetti femminili, ma le descrizioni di atti fisici fra donne sono poche e oggetto di dibattito.

Non si deve dimenticare, poi, come le lezioni nel Tiaso fossero legate soprattutto al culto in onore della dea dell’amore Afrodite e che le relazioni amorose tra le fanciulle e la maestra fossero da inserire, in un quadro di formazione dei giovani nella cultura greca, in un contesto più ampio.

Il susseguirsi di leggende su Saffo, la prima poetessa della storia

L’attuale significato della parola “lesbica” ha, pertanto, assunto un’accezione nettamente differente rispetto alla concezione di sessualità di Saffo e del suo circolo.

Tale pratica non era assolutamente immorale nel contesto storico e sociale in cui Saffo viveva, infatti, per i Greci, l’erotismo si faceva canale di trasmissione di formazione culturale.

Gli antichi furono concordi nell’ammirare la sua maestria e numerose sono le leggende nate intorno ai rapporti tra la poetessa e molti suoi colleghi maschi: Solone in punto di morte volle solo imparare a memoria alcuni suoi versi; Strabone la definì una creatura meravigliosa; Platone ne tesse le lodi in un epigramma; Alceo ne rimase folgorato e se ne innamorò perdutamente.

Anche la notizia che la vuole sposata al ricco Cercilia di Andro sembra non corrispondere a verità ma, sicuro, invece, è il fatto che Saffo ebbe una figlia, Cleide, alla quale dedicò teneri versi d’amore materno.

Il lascito poetico

La produzione poetica di Saffo, la prima poetessa della storia, venne classificata dagli studiosi della Biblioteca di Alessandria in nove libri, ordinati in base alla tipologia di metro poetico adottato. Il primo contiene le odi saffiche, il secondo i distici in pentametri eolici, il terzo i distici in asclepiadei maggiori, il quarto i distici di paraslepiadei maggiori, il quinto i carmi.

Degli altri quattro libri, invece, non è possibile definire in modo preciso la modalità compositiva. In ogni caso, l’ottavo e il nono libro, contengono degli epitalami: composizioni destinate alla celebrazione del matrimonio.

L’unico componimento conservatoci integro dalla tradizione, è il cosiddetto “Inno ad Afrodite”.

Non si conosce con esattezza la data della sua morte, iscritta intorno al 570 a.C.

Probabilmente Saffo raggiunse la vecchiaia ed è stata universalmente smentita la notizia secondo cui, innamoratasi senza essere corrisposta del bel barcaiolo Faone, si suicidò gettandosi dalla rupe di Leucade.

Alla poetessa greca è stato dedicato un asteroide battezzato “80 Sappho”.

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