La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Ratto di Proserpina

“Il ratto di Proserpina” di Gian Lorenzo Bernini è una delle sculture tra le più emotivamente coinvolgenti mai realizzate.

☞ Lo sai che…

‣ La vicenda, tratta dalle Metamorfosi di Ovidio, narra della bellissima Proserpina, talmente bella che Plutone – Re degli Inferi – se ne innamora al primo sguardo e nello stesso momento decide di rapirla per portarla nell’Oltretomba con sé. Il compromesso poi sancito tra Giove, padre della ragazza, e Plutone fa sì che Proserpina viva sei mesi sulla terra, con la madre Cerere – Dea della fertilità – e sei mesi costretta nell’Oscurità accanto al suo odiato sposo.
Questa è la spiegazione mitologica delle stagioni ovvero abbondanza e raccolto la metà dell’anno che Cerere passa con la figlia libera di correre per i campi mentre freddo, gelo e carestia durante il periodo di prigionia di Proserpina.

‣ Il forte impatto visivo e l’incredibile teatralità dell’opera sono resi da due elementi principali: la bellezza del marmo di Carrara lavorato con estrema maestria da Bernini in contrapposizione alla brutalità della scena ed il realismo dato dall’attenzione ai dettagli, tipica del Manierismo, utilizzato per descrivere da un lato la spregevole crudeltà nella figura maschile, dall’altro tanta debolezza e sofferenza in quella femminile.

⇒ Data: 1621 – 1622

⇒ Materiale: Marmo di Carrara

⇒ Dimensioni: 225 cm

Sito: Galleria Borghese, Roma, Italia

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