

Oscar Wilde: da esteta, eccentrico ed elogiato poeta ad emarginato della società
Oscar Wilde: da esteta, eccentrico ed elogiato poeta ad emarginato della società
Gli anni di crescita
La donna è un’attivista particolarmente attenta al tema dell’emancipazione femminile, è la fondatrice di un noto salotto letterario ed è stata una poetessa di successo, sebbene abbia pubblicato le sue opere con lo pseudonimo di Speranza.
Il marito è, invece, Sir William Wilde oculista tanto celebre da vantare tra i suoi pazienti persino il re Oscar di Svezia che gli concede l’onore di diventare il padrino per procura del figlio.
Il piccolo Oscar riceve la prima istruzione a domicilio e solo all’età di nove anni prosegue gli studi ad Enniskillen presso la Portora Royal School e successivamente all’interno del Trinity College di Dublino, dove diviene un esperto conoscitore del greco antico, tanto da vincere uno dei premi più ambiti dell’ateneo: la Berkeley Gold Medal.
Termina gli studi presso il Magdalen College di Oxford, dove si fa notare soprattutto per il suo atteggiamento irriverente nei confronti dei professori, ch’egli considera bigotti, e per il suo abbigliamento eccentrico.
Oscar Wilde, eccentrico poeta poi emarginato
Nel 1878, dopo essersi laureato si trasferisce a Londra e si avvicina all’Estetismo, un movimento letterario che promuove l’idea dell’arte fine a se stessa e della forma esteriore che prevale su ogni virtù.
Pur inserendosi nella società conformista tipica del periodo vittoriano in cui egli vive, Oscar non manca di suscitare scandalo per gli eccessi e le stravaganze con cui conduce una vita mondana sregolata.
In questo periodo emerge il suo rapporto conflittuale con la religione cattolica: dopo averla a lungo derisa, Wilde si avvicina per un breve periodo al pensiero di John Ruskin, scrittore e critico d’arte particolarmente attento al tema della natura e dell’etica.
La svolta letteraria avviene, invece, nel 1881 quando il successo editoriale delle sue Poesie rende necessaria la ristampa di quattro edizioni per soddisfare l’altissima richiesta.
Ad accendere la curiosità e l’interesse dei lettori è soprattutto la fama dell’autore, ormai noto in tutta Londra per i suoi atteggiamenti dissoluti oltre che per la sua collezione di piume e pantaloni di velluto.
Divenuto ormai il simbolo di un nuovo movimento estetico, viene invitato ad esporre il suo pensiero all’interno di conferenze oltreoceano recandosi così negli Stati Uniti ed in Canada.
Tornato in Europa si reca con la madre in visita ad alcuni amici di famiglia e conosce Constance Lloyd, figlia di un avvocato irlandese. La giovane, di cinque anni più giovane di Wilde, stupisce quest’ultimo non solo per l’innegabile bellezza ma soprattutto per la capacità di recitare in italiano i versi di Dante Alighieri.
Per risollevare la sua difficile condizione economica inizia, intanto, a lavorare come collaboratore fisso per il “Pall Mall Gazette” ed il “Dramatic View”.
I cambiamenti personali
Il 28 maggio 1884 Oscar e Constance convolano a nozze ed il matrimonio viene celebrato nella chiesa di Saint James Paddington.
L’unione tra i due è inizialmente felice, in quanto fondata su un profondo affetto e sul carattere docile della moglie, ben disposta ad assecondare l’estro artistico e mondano del marito.
Ma l’equilibrio coniugale si incrina presto, paradossalmente proprio quando Constance resta incinta del loro primo figlio.
Lo scrittore disprezza apertamente il corpo gonfio e non più attraente della moglie e non sopporta i disagi legati alla gravidanza.
Né la nascita di Cyril, avvenuta il 5 giugno 1885, né quella del secondogenito Vyvyan riescono a riportare serenità all’interno della coppia ed Oscar Wilde, eccentrico poeta poi emarginato inizia a frequentare uomini, senza farne troppo mistero.
Da Robert Ross a John Gray, poeti, pittori, scrittori ed artisti d’ogni tipo si alternano intrecciando relazioni amorose più o meno durature.
Tra tutti spicca, però, la figura di Alfred Douglas (da Wilde soprannominato affettuosamente Bosie), giovane figlio del marchese di Queensberry con cui inizia una turbolenta relazione che segnerà per sempre la vita dello scrittore.
Oscar Wilde, eccentrico poeta poi emarginato, pronto all’affermazione
Ha intanto ultimato il suo romanzo più famoso “Il ritratto di Dorian Gray”, di cui pubblica una prima versione all’interno della rivista “Lippincott’s Monthly Magazine”, scandalizzando la critica letteraria per i temi trattati nell’opera.
Ad indignare la popolazione londinese è, però, soprattutto la vita personale dello scrittore che è ormai solito incontrarsi con i suoi amanti all’interno di camere d’albergo, nonostante la legislazione inglese vieti esplicitamente la possibilità di atti sessuali tra persone dello stesso genere.
Ed è proprio a causa di uno scandalo sessuale che Wilde è costretto a trasferirsi momentaneamente a Parigi, dove scrive in francese un’opera teatrale intitolata Salomè che Wilde vuole far interpretare all’attrice Sarah Bernhardt.
Quest’ultima si reca effettivamente a Londra per iniziare le prove teatrali dell’opera, ma il Lord Ciambellano (ufficiale a capo della casa reale inglese) decide di proibire lo spettacolo, richiamando una vecchia legge ancora in vigore in base alla quale non è possibile mettere in scena personaggi delle Sacre Scritture.
Per Wilde si tratta di un affronto imperdonabile e, preso dall’ira, dichiara di star prendendo in considerazione l’idea di diventare cittadino francese.
La vicenda processuale che lo segna
Dopo un periodo di apparente calma e di successi editoriali, nel 1895 la vita di Oscar Wilde è segnata da una terribile vicenda processuale.
Lord John Douglas, padre del suo amante Alfred, non ha mai accettato la relazione omosessuale del figlio e decide di accusare pubblicamente Wilde di sodomia. Su consiglio di Alfred stesso, Oscar decide di sporgere querela per diffamazione, ma il marchese ha i mezzi economici necessari per vincere la causa. Quando i suoi abili avvocati chiamano a testimoniare i giovani prostituti con cui Wilde ha intrattenuto relazioni sessuali, il processo si trasforma in un’imputazione per “gross indecency” (grave immoralità).
Lo scrittore tenta invano di difendere la sua posizione e, soprattutto, l’amore omosessuale citando Platone, Shakespeare e persino Michelangelo ma nulla sembra smuovere il giudice Wills che lo condanna a due anni di lavori forzati in carcere, il massimo della pena prevista per legge.
Nonostante il difficile momento vissuto da Oscar, Bosie non è presente in aula durante il processo, né durante la lettura della sentenza e non si reca mai a trovare Wilde in carcere.
Lo scrittore è talmente ferito da scrivere una bellissima lettera accusatoria destinata all’uomo che più di tutto è stato il suo amore e la sua rovina.
“Ogni più piccola azione quotidiana forma o deforma il carattere”, scrive Oscar Wilde, eccentrico poeta poi emarginato ed infine ferito nel profondo. “E per conseguenza, ciò che si è compiuto nel segreto della propria intimità si sarà poi costretti a proclamarlo al mondo intero”.
Alfred non riceve mai questa bellissima epistola che verrà pubblicata dopo la morte di Oscar Wilde con il nome di “De Profundis”.
Dopo il carcere i suoi ultimi anni
Dopo l’uscita dal carcere lo scrittore sembra riappacificarsi con il suo Bosie ed i due si recano a Napoli e poi in Sicilia dove vivono insieme per un breve periodo.
Sono, però, costretti a lasciarsi quando la famiglia di Alfred minaccia di revocare il sussidio economico che costituisce l’unica fonte economica della coppia.
La vicenda processuale ha, infatti, segnato il definitivo declino della carriera di Wilde, emarginandolo da quella stessa società che tanto lo aveva elogiato.
Decide, quindi, di trasferirsi a Parigi dove, nel disperato tentativo di rimettere ordine alla sua vita, inizia ad utilizzare lo pseudonimo di Sebastian Melmoth.
Vive in gravi ristrettezze economiche e le sue condizioni di salute peggiorano a causa dell’abuso di alcolici. Trascorre gli ultimi giorni, alloggiando presso l’Hotel d’Alsace, dove muore a causa di una meningite il 30 novembre 1900, all’età di 46 anni.
Riposa a Parigi all’interno di Père Lachaise, il celebre cimitero “degli artisti” dove può condividere i suoi celebri aforismi con Moliere, Modigliani, Jim Morrison ed artisti d’ogni genere e secolo.