La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Maria Callas, una divina fragilità

Maria Callas, voce divina e fragilità umana

Una voce leggendaria, unica e così sorprendente per timbro ed estensione da farle meritare l’appellativo di “Divina”.

Maria Callas, voce divina e fragilità umana

Maria Callas divina fragilitàMaria Callas, una divina fragilità, nome d’arte di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheropoulou, nacque a New York il 2 Dicembre del 1923. I suoi genitori, entrambi farmacisti di origine greca, oltre a Maria, terzogenita, ebbero anche un’altra femmina ed il maschio Vasili che però, a causa del tifo, morì a soli tre anni. Tale perdita lasciò tracce profonde nella madre e fu alla base della scelta di trasferirsi negli Stati Uniti cambiando anche il cognome in Kalos.

La crescita di Maria Callas, una divina fragilità

Fin da piccolissima Maria ebbe modo di ascoltare arie d’opera in casa e a quattro anni già cominciava a mettere insieme le prime melodie al pianoforte.

Mentre proseguiva i suoi studi scolastici brillantemente, continuava sempre a prendere lezioni di canto imparando sia la tecnica italiana che quella francese.

Nel 1937, dopo il divorzio da George, la madre di Maria decise di tornare in Grecia, ad Atene, portandosi dietro la figlia.

Qui fu ammessa al Conservatorio dove si diplomò in canto, pianoforte e lingue e, dopo aver partecipato a piccoli concerti e a varie audizioni, nel ‘39 ebbe un ruolo da primadonna che le valse un premio. Nello stesso anno fu per caso ascoltata dalla famosa soprano Elvira de Hidalgo che, rimasta colpita da quella voce meravigliosa, accettò di farle da guida nello studio dei duetti e delle arie.

Nonostante lo scoppio della guerra e la vita di stenti che conduceva in casa con la madre, i primi anni ‘40 furono per Maria un susseguirsi di interpretazioni in un crescendo di successi.

Quando la Grecia fu occupata dai nazisti, Maria decise di studiare il tedesco, riuscendo così a continuare le rappresentazioni canore e svolgere i più disparati mestieri per mantenere sé, la madre e la sorella.

Il cambiamento del dopoguerra

Dopo la liberazione, il cambiamento politico in atto faceva prevedere ai greci un futuro molto oscuro e Maria, una divina fragilità guidatrice, stanca anche di una madre approfittatrice, nel Settembre del ‘45, partì alla volta degli Stati Uniti per stare un po’ col padre e cominciare là una nuova carriera.

Tornò quindi a New York, dove visse circa due anni ma, non soddisfatta delle proposte artistiche ricevute e soprattutto raggirata da un agente teatrale senza scrupoli decise di partire per l’Italia.

Dopo essere sbarcata a Napoli, raggiunse Verona dove, per una cifra irrisoria, accettò di cantare ne “La Gioconda”.

In questo primo periodo della sua carriera italiana Maria venne confinata in un repertorio a lei non congeniale, basato su ruoli wagneriani che non esaltavano le sue straordinarie doti vocali.

Maria Callas, una divina fragilità e la vera carriera

La svolta della carriera arrivò in modo del tutto fortuito la sera del 19 Gennaio del 1949 quando, all’ultimo momento, fu chiamata a sostituire il soprano Margherita Carosio, ammalatasi, nel ruolo di Elvira nell’opera “I Puritani”.

Fu un successo memorabile e, nello stesso anno, cominciò anche ad incidere dischi delle arie più importanti per la Fonit-Cetra di Torino.

Dopo una corte molto intensa, nel 1949, sposò Giovanni Battista Meneghini, ricco industriale di laterizi e grande appassionato di lirica, che abbandonò presto la direzione degli stabilimenti per dedicarsi alla carriera della moglie.

Dopo un inizio molto faticoso per poter entrare come cantante di ruolo al teatro alla Scala di Milano, Maria Callas, grazie anche alla ormai consolidata amicizia e collaborazione con i colleghi Del Monaco, Di Stefano e Simionato, ebbe finalmente il suo posto definitivo al teatro.

Cominciò così la parte più sfolgorante della sua carriera, mietendo trionfi su trionfi ed esibendosi nei teatri più prestigiosi di tutto il mondo.

La Callas trasformata dal successo

Travolta dall’enorme successo, iniziò una lenta trasformazione di se stessa, arrivando a perdere quasi quaranta chili di peso in soli due anni e cambiando completamente stile ed immagine.

Le conseguenze sceniche di tale trasformazione furono rilevantissime: libera e fluida nei movimenti, rivisitò le sue interpretazioni in chiave coreografica imponendo un modello di recitazione fortemente espressionistico. In lei canto e recitazione erano qualcosa di assolutamente integrato.

Con il successo, cominciò a crescere in lei una smania di mondanità e per questo decise di affidarsi ai consigli della stilista italiana Biki.

Si fece costruire un’immagine sofisticata ed elegante che le permise di entrare in uno star-system di stampo cinematografico che la fece diventare un personaggio da rotocalco.

Il 3 Settembre del 1957, ad un ricevimento a Venezia organizzato in suo onore dall’amica Elsa Maxwell, incontrò per la prima volta l’armatore greco Aristotele Onassis.

Due anni dopo Onassis organizzò una cena in suo onore e da lì cominciò a corteggiarla in modo serrato invitandola a trascorrere le vacanze estive sul suo leggendario yacht con altre personalità del “gotha internazionale”. Al rientro dalla vacanza Callas si ritrovò follemente innamorata di Onassis e decise di separarsi dal marito.

Maria Callas, una divina fragilità, rincorrendo la mondanità iniziò a esercitarsi sempre meno con la voce e le sue condizioni canore cominciarono a dare segni di logoramento. Anche il suo stato emotivo, complici i cattivi rapporti con la madre e la sorella, faceva intravedere segnali di instabilità.

Maria Callas: fragilità

L’anno successivo segnò l’inizio di una vera fase critica: abbandonò la scena dopo solo il primo atto nella serata di gala a Roma in onore del Presidente della Repubblica, si esibì in recite scadenti dal punto di vista canoro e rifiutò ingaggi importanti.

Fu quindi estromessa dal teatro alla Scala e fu obbligata a rescindere il contratto con il Metropolitan di New York.

Nell’Aprile del 1960 dette alla luce un bambino, Omero, frutto della relazione con Onassis, ma il piccolo morì dopo pochi istanti dalla nascita e l’evento le procurò una profonda prostrazione. Nel 1966 rinunciò alla cittadinanza americana e a quella italiana per tornare a quella greca nella speranza di sposare Onassis ma, l’armatore, non solo si rifiutò di regolarizzare la loro unione, ma, nel ‘68, sposò Jacqueline Kennedy, vedova del Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.

Maria Callas venne a sapere delle nozze dai giornali e, a seguito di questa universale umiliazione, cadde in depressione e decise di ritirarsi dal mondo del canto. Con l’amico Pier Paolo Pasolini girò il film “Medea”, ma non fu un successo e lei fu molto criticata.

Tornò al canto e iniziò un tour mondiale con l’amico e tenore Di Stefano pensando di rilanciare la sua carriera ma, durante la tournée i rapporti tra loro si incrinarono e il soprano, dopo questa ultima delusione, decise di ritirarsi per sempre dalla vita nel suo appartamento parigino.

Il 1975 fu l’anno più doloroso: dopo la morte dell’adorato padre, a Marzo morì Onassis e a Novembre Pasolini. Nel Marzo successivo morì anche Luchino Visconti, suo grande amico e sostenitore.

Non uscì mai più di casa e visse gli ultimi due anni dentro la sua stanza da letto con le tapparelle abbassate. Maria Callas, una divina fragilità mai negata, morì il 16 Settembre del 1977 e, dopo la cremazione, le sue ceneri furono sparse nel Mar Egeo secondo le sue volontà.

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