La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Margherita Hack, libera pensatrice

Margherita Hack, libera pensatrice votata alla scienza

Citando Carl Sagan (“We are made of starstuff”) “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle” diceva Margherita Hack, la prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia divenendo punto di riferimento per gli studiosi di astrofisica di tutto il mondo.

Margherita Hack, libera pensatrice votata alla scienza

Margherita Hack, libera pensatriceMargherita Hack, libera pensatrice, nasce a Firenze il 12 Giugno del 1922 da Roberto Hack, un contabile di origine svizzera e da Maria Luisa Poggesi, toscana miniaturista alla Galleria degli Uffizi.

La piccola solitaria Hack

Figlia unica, è una bambina solitaria ed introversa, molto legata al padre che spesso diventa suo compagno di giochi.

Entrambi i genitori sono seguaci delle dottrine teosofiche ed instillano nella figlia i principi della tolleranza, del rispetto per qualunque forma di vita e dell’avversione per le discriminazioni.

Dopo la scuola elementare completata quasi esclusivamente da privatista, si iscrive al ginnasio Galileo Galilei di Firenze, impegnandosi molto sia nello studio che nello sport e raggiungendo ottimi risultati nella Pallacanestro e nell’Atletica Leggera. Anche la bicicletta la appassiona molto.

I suoi esami di maturità sono aboliti a causa della guerra e, paradossalmente, si diploma con voti scarsi nelle materie scientifiche e ottimi in quelle letterarie.

Dopo un’iniziale adesione al fascismo, durante il liceo vede i suoi compagni e i suoi professori ebrei venire cacciati dalla scuola da un giorno all’altro a causa delle leggi razziali e così, da quel momento, non solo rifiuta il regime, ma abbraccia ideali estremamente liberali e progressisti.

Dopo una prima iscrizione all’università alla facoltà di Lettere, Margherita si trasferisce a quella di Fisica scegliendo come tesi finale un argomento di Astronomia. Il suo relatore, professor Fracastoro, è assistente del professor Abetti, un famoso fisico solare nonché direttore dell’osservatorio di astrofisica.

La tesi deve approfondire lo studio di una classe di stelle denominate Cefeidi attraverso la spettroscopia stellare e così comincia a frequentare assiduamente l’osservatorio di Arcetri, vicino Firenze.

Nel Giugno del 1943 ritrova per caso un suo amico d’infanzia, Aldo De Rosa, un letterato con cui, l’anno successivo, con una piccola cerimonia molto semplice, convola a nozze.

Margherita Hack, libera pensatrice

Dopo piccoli incarichi a Firenze e poi a Milano, i due sposi si trasferiscono prima a Parigi, dove Margherita collabora con uno dei migliori istituti di astrofisica del mondo, poi ad Utrecht ed infine a Berkeley, in California.

Nel 1959 tornano stabilmente in Italia, a Trieste, dove dal ‘63 diviene direttore dell’Osservatorio Astronomico.

Sotto la sua direzione, fino a quel momento tra i peggiori in Europa, l’osservatorio comincia ad attrarre giovani da tutto il mondo ed in pochi anni si trasforma in una moderna struttura di ricerca guadagnando il rispetto di tutta la comunità scientifica internazionale.

Dal 1964 ottiene anche la cattedra di Astronomia all’università di Trieste.

La Hack attiva su più fronti

Margherita Hack, libera pensatrice quale è sempre stata, è molto attiva anche su fronti non strettamente scientifici: atea convinta, non crede in nessuna religione o forma di vita soprannaturale. Per lei l’etica è esclusivamente un principio di coscienza.

Avversa ad ogni tipo di superstizione è garante del CICAP, un’organizzazione educativa senza fini di lucro che promuove indagini critiche e scientifiche sui fenomeni paranormali, ed è anche presidente onorario dell’Unione Atei e degli Agnostici Razionalisti.

Pubblica numerosi lavori originali su riviste scientifiche internazionali e libri sia divulgativi che universitari; è membro di prestigiose società fisiche ed astronomiche nonché membro dell’Accademia dei Lincei e di gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA.

Dal 2005 è iscritta alla associazione Luca Coscioni.

Margherita Hack, libera pensatrice fino alla fine appassionata del mondo 

Spesso intervistata anche in televisione, Margherita si dimostra sempre molto appassionata su temi quali i diritti civili, è infatti a favore delle unioni gay, è contraria all’ingerenza del Vaticano nella politica italiana ed è a favore della ricerca sul nucleare e sulle fonti di energia rinnovabile.

È un’animalista convinta e vegetariana fin da bambina. Non ha voluto figli per scelta.

Anche la politica la interessa molto: si è candidata tra le fila di sinistra prima, e dei radicali poi, a quasi tutte le elezioni avvenute tra il 2005 ed il 2013, facendo sempre confluire i suoi numerosi voti ottenuti ai vari capolista di turno.

Muore a Trieste il 29 Giugno del 2013.

Ribelle e sempre controcorrente, diceva che l’anticonformismo è il segreto per sopravvivere alla noia e alla mediocrità.

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