La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

L’urlo

Il dipinto per eccellenza dell’angoscia, del senso di impotenza ed inquietudine che in situazioni al limite del sopportabile ci pervade.
L’URLO di Munch.
Come è riuscito l’artista a riprodurre su tela una simile sensazione, talmente bene da suscitarla in ogni spettatore che osserva l’opera?

☞ Lo sai che…

‣ La nostra attenzione si focalizza su ciò che è messo in evidenza ed il nostro sguardo viene “guidato” da abilità e competenze pittoriche. Nello specifico, le linee curve del soggetto in primo piano (che in questo caso abbiamo “vestito” di rosso) si fondono con quelle del paesaggio in un turbinio di movimento indefinito che genera caos.
In totale contrapposizione spiccano le rette diagonali che segnano il sentiero con il parapetto e quelle verticali che compongono le figure al margine dei due uomini.
La differenza sostanziale tra queste pennellate produce, dal punto di vista compositivo, due livelli distinti da cui il soggetto centrale non può che emergere.

‣ La lettura di un quadro non è del tutto spontanea neanche quando sono i colori a dirigere l’interpretazione: le tonalità estremamente calde del cielo si oppongono alla freddezza dei colori scuri utilizzati per la metà alla base dell’immagine.
E’ così che il mondo attorno al protagonista prende il sopravvento, quelle nuvole sanguigne ed infuocate prevalgono sullo scuro dei corpi umani che appaiono sotto questa luce quasi morenti.

‣ Infine le due figure laterali, opache e rigide rappresentano il disinteresse degli altri rispetto alla solitudine di ognuno e quindi la falsità dei rapporti umani.

⇒ Data: 1983

⇒ Materiale: Olio, tempera, pastello e pastello su cartone

⇒ Dimensioni: 91 cm × 73.5 cm

Sito: National Gallery and Munch Museum, Oslo, Norway

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