L’urlo
Il dipinto per eccellenza dell’angoscia, del senso di impotenza ed inquietudine che in situazioni al limite del sopportabile ci pervade.
L’URLO di Munch.
Come è riuscito l’artista a riprodurre su tela una simile sensazione, talmente bene da suscitarla in ogni spettatore che osserva l’opera?
☞ Lo sai che…
‣ La nostra attenzione si focalizza su ciò che è messo in evidenza ed il nostro sguardo viene “guidato” da abilità e competenze pittoriche. Nello specifico, le linee curve del soggetto in primo piano (che in questo caso abbiamo “vestito” di rosso) si fondono con quelle del paesaggio in un turbinio di movimento indefinito che genera caos.
In totale contrapposizione spiccano le rette diagonali che segnano il sentiero con il parapetto e quelle verticali che compongono le figure al margine dei due uomini.
La differenza sostanziale tra queste pennellate produce, dal punto di vista compositivo, due livelli distinti da cui il soggetto centrale non può che emergere.
‣ La lettura di un quadro non è del tutto spontanea neanche quando sono i colori a dirigere l’interpretazione: le tonalità estremamente calde del cielo si oppongono alla freddezza dei colori scuri utilizzati per la metà alla base dell’immagine.
E’ così che il mondo attorno al protagonista prende il sopravvento, quelle nuvole sanguigne ed infuocate prevalgono sullo scuro dei corpi umani che appaiono sotto questa luce quasi morenti.
‣ Infine le due figure laterali, opache e rigide rappresentano il disinteresse degli altri rispetto alla solitudine di ognuno e quindi la falsità dei rapporti umani.
⇒ Data: 1983
⇒ Materiale: Olio, tempera, pastello e pastello su cartone
⇒ Dimensioni: 91 cm × 73.5 cm
⇒ Sito: National Gallery and Munch Museum, Oslo, Norway