

Luisa Spagnoli infaticabile imprenditrice con a cuore il benessere delle operaie
Intensa, appassionata, lungimirante, Luisa Spagnoli è stata un’imprenditrice italiana che, a cavallo fra le due guerre, ha inventato un modo di fare impresa con una visione squisitamente femminile.
Luisa Spagnoli infaticabile imprenditrice con a cuore il benessere delle operaie
Appena ventenne conosce Annibale Spagnoli, un suonatore di bombardino in procinto di partire per la guerra.
Si sposano subito, nel Febbraio del 1899, ed al suo rientro, per poter lavorare, i coniugi rilevano una drogheria in un vecchio stabile al centro di Perugia.
Luisa lavora molto, soprattutto sulla sperimentazione di nuovi sapori e, grazie anche ai buoni affari, la famiglia si allarga con tre figli: Mario, Armando e Aldo.
La piccola azienda, con il nome di “Perugina”, è fiorente ed in poco tempo amplia la sua attività con quindici dipendenti.
Il lavoro, la casa, i figli, Luisa non riesce a star dietro a tutto e quando l’azienda comincia a risentirne diminuendo le entrate, la giovane imprenditrice capisce che da soli non possono farcela e, con il marito, nel 1907, crea una nuova società insieme ad altri membri: Francesco Buitoni e Leone Ascoli.
Gli affari riprendono ad andare a gonfie vele, Luisa entra nel consiglio di amministrazione e si adopera moltissimo per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei suoi operai che, nella maggior parte, sono donne.
È in quel periodo che nasce la sua relazione con Giovanni Buitoni, il figlio del socio Francesco: il legame con Giovanni sarà lungo, intenso e discreto e durerà fino alla morte di lei.
Quando un decreto vieta il commercio dello zucchero e dei dolciumi, Luisa convince Annibale ad adattare le macchine alla produzione del cioccolato e, grazie all’uso di pochi e semplici ingredienti, ottiene tavolette di ottima qualità che, vendute a poco prezzo col nome di “Cioccolato Luisa”, ottengono enorme successo.
Nel 1914 la fabbrica viene trasferita in periferia, a Fontivegge, vicino alla stazione ferroviaria e con lo scoppio del primo conflitto mondiale a mandare avanti la fabbrica rimane solo la signora Spagnoli con i figli Mario e Aldo.
Richiamati alle armi gli uomini abili, alla Perugina rimangono solo le donne.
Luisa le addestra a svolgere anche i lavori maschili e raddoppia la loro tutela con la creazione di asili nido e spazi ricreativi presso lo stabilimento.
A guerra finita la Perugina sarà una manifattura con più di cento dipendenti.
Nel 1922 inventa il famoso cioccolatino “Bacio Perugina” che, grazie anche alla pubblicità legata ad una popolare trasmissione radiofonica, diverrà famoso in tutto il mondo.
A causa di attriti interni, e soprattutto a causa della relazione tra sua moglie e Giovanni Buitoni, nel ’23 Annibale Spagnoli si ritira dall’attività effettiva dell’azienda, mantenendo d’ora in avanti solo una carica onorifica.
A cavallo tra le due guerre, Luisa, grazie ad un coniglietto d’angora che le era stato regalato e non sopportando gli scialli di lana ruvida che si trovavano in commercio, decide di dare l’avvio ad un’altra impresa: l’allevamento in larga scala dei conigli d’angora per ricavarne filati di pregio.
Nel sobborgo di Santa Lucia, nei pressi di Perugia, sorge il primo stabilimento per la creazione di scialli, golfini ed altri indumenti.
Luisa è infaticabile, dedica la vita alla realizzazione dei suoi progetti e, soprattutto, si prodiga per il benessere delle sue operaie.
Istituisce gratifiche, regali a Natale e Pasqua, aiuti alle famiglie più deboli.
Capisce la difficoltà delle donne a conciliare lavoro e famiglia e, per questo, progetta un luogo di lavoro autosufficiente in cui le mamme lavoratrici e i figli piccoli possano stare insieme.
Grazie alla presentazione ed al successo dei nuovi capi d’angora alla Fiera di Milano, l’azienda si fa conoscere al grande pubblico ed in breve tempo ottiene un impulso lavorativo che le permette di ampliare il numero di operai e di indotto.
Nel 1935, però, a causa di un tumore alla gola Luisa muore a Parigi, città in cui Giovanni Buitoni l’aveva trasferita per garantirle le migliori cure all’avanguardia.
Dopo la sua morte il figlio Mario trasformerà l’azienda in un importante polo industriale con negozi in tutto il mondo.