

Claude MONET e la nascita dell’ Impressionismo
Claude MONET e la nascita dell’ Impressionismo
L’avvicinamento all’arte come lavoro
Ed è proprio lì, nel sobborgo di Sainte-Andresse, che Monet accarezza per la prima volta l’idea di trasformare l’arte in un lavoro. Inizia così a vendere le sue prime opere, divertenti caricature dei personaggi più in vista di Le Havre, firmate Oscar Monet.
Passano pochi anni, Monet continua a studiare disegno e ben presto viene notato dal pittore Eugène Boudin che, più anziano e più saggio, gli consiglia di abbandonare la carriera di caricaturista per concentrarsi sulla pittura e sul disegno paesaggistico.
Ma non è facile per il giovane Monet accettare questo consiglio. Le caricature regalano fama e facili guadagni.
Nonostante l’iniziale diffidenza e antipatia nei confronti di Boudin, Monet lo accompagna durante le sue sedute di pittura all’aria aperta e “Con l’andar del tempo mi si aprirono gli occhi, capii veramente la natura e imparai ad amarla”.
L’impressionista Monet
Nel 1859 Monet parte per Parigi, città magica per ogni aspirante pittore, dove ha modo di conoscere alcuni artisti di successo e ammirare le opere esposte al Salon.
Nel 1861 riceve la chiamata per il servizio militare e parte per l’Algeria ma – a causa di una salute cagionevole e del difficile clima africano – fa presto ritorno a Parigi per dedicarsi nuovamente alla pittura.
Entra così a far parte dello studio di Gleyre, maestro duro con cui l’artista si scontrerà spesso. L’atelier è frequentato da numerosi giovani i cui nomi sono destinati a grande fama: Bazille, Sisley, Renoir.
Monet ha solo ventidue anni ma i suoi paesaggi gli regalano l’ammirazione di amici e colleghi e, nel 1865, espone per la prima volta al Salon due opere “marine” ottenendo il plauso della critica.
L’unico ad indispettirsi del successo di Monet è Édouard Manet, artista ben più noto del giovane Claude. È proprio a lui che numerosi e disattenti visitatori porgono omaggi e congratulazioni, confusi dalla similarità dei due cognomi.
L’avanzamento della carriera
Sempre nel 1865 Monet conosce Camille Doncieux sua futura moglie e protagonista del celebre quadro “Donna dal vestito verde” con cui, l’anno seguente, Monet si aggiudica un premio al Salon.
Gli anni che seguono, nonostante la crescente fama dell’artista, vedono la famiglia Monet in forti ristrettezze economiche, aggravatesi dalla nascita di Jean e dalla morte del padre.
Nel 1870 la Francia è scossa dallo scoppiare della guerra con la Prussia e Monet, per sfuggire alla chiamata alle armi, scappa a Londra.
Prima di tornare in Francia, vive alcuni anni in Olanda: l’acqua e soprattutto i mulini di Zaandam affascinano l’artista che li imprigiona per sempre con le sue abili pennellate. L’amore per l’acqua resterà un tratto distintivo delle opere dell’artista che, tornato in patria, inizia a studiare la Senna con i suoi ponti, le sue sponde ed i velieri che la attraversano.
Monet, “Impression” e la sua grandezza
Il 15 aprile 1874 è un giorno storico per l’arte: viene inaugurata una mostra collettiva organizzata da numerosi pittori facenti parte della neonata “Società anonima cooperativa di artisti”. Tra i 165 dipinti esposti quel giorno, un quadro diventa il manifesto di tutta l’esposizione. La firma è quella di Claude Monet, l’impressionista Monet, che ha deciso di chiamare l’opera “Impression”.
Il critico Louis Leroy cerca la facile ironia sull’evento ed intitola il suo articolo “La Mostra degli Impressionisti”. L’ironia non viene colta, la grandezza dell’artista sì. Nasce così il movimento impressionista e Monet ne diviene il membro più influente.
Questo nuovo modo di dipingere porta scompiglio nel mondo dell’arte e i quadri di questi artisti non sono sempre compresi, tanto che le vendite si rivelano un insuccesso.
Il successo impresso
Non si può dire lo stesso di Monet: nel 1880 egli espone per l’ultima volta al Salon ed allestisce una mostra personale acclamata dalla critica. La sua situazione economica finalmente migliora tanto da poter acquistare una casa a Giverny. Quella casa ha uno stagno ed in quello stagno ci sono le ninfee più famose al mondo. Sono lo spunto per una serie di dipinti cui l’artista dedica gli ultimi anni della sua vita. Nonostante un progressivo peggioramento della vista a causa di una cataratta che lo renderà quasi cieco, Monet non smette di ammirare e trasportare su tela il suo giardino acquatico di Giverny.
Fino al 6 dicembre 1926, quando muore, tra quei paesaggi che hanno regalato colori incredibili alla sua vecchiaia e che resteranno “impressi” per sempre nelle sue opere.