La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

L’étoile

Oggi in tutto il mondo si festeggia la Giornata Internazionale della Danza, istituita dall’UNESCO, nel giorno della nascita del maestro Noverre, grandissimo coreografo nonché padre del balletto moderno.

Per l’occasione abbiamo selezionato “L’Étoile” di Edgar Degas.

☞ Lo sai che…

‣ Delle ballerine, soggetto prediletto dall’autore, Degas tentava di coglierne la grazia e la leggerezza. Per riuscire, ha sperimentato diverse tecniche e qui notiamo subito l’audacia della prospettiva: dall’alto. Non solo, anche la ballerina decentrata e il palco vuoto, protagonista per ben due terzi del dipinto, sono elementi insoliti che riescono a trasmettere l’immediatezza della scena quanto uno scatto fotografico.

‣ Il dettaglio principale dell’opera, però, è nella ballerina che vediamo su una gamba sola. Proprio questo ci rimanda al movimento completo come se fosse stato improvvisamente interrotto. Il senso di instabilità che percepiamo è l’altra faccia della dinamicità che al tempo stesso cogliamo.

⇒ Data: 1878

⇒ Materiale: Pastello su carta

⇒ Dimensioni: 

Sito: Museo d’Orsay, Parigi

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