

Tamara De Lempicka e i ritratti del proprio sfarzoso mondo
Tamara De Lempicka e i ritratti del proprio sfarzoso mondo
La formazione con la guida della nonna
Fu proprio la nonna ad occuparsi della sua formazione scolastica: prima facendola studiare in un’elegante scuola svizzera e poi inserendola nel prestigioso collegio polacco a Rydzyna.
Con nonna Clementine, Tamara compie anche il suo primo viaggio in Italia avendo così l’occasione di visitare le città d’arte e di accostarsi ai grandi pittori italiani.
Alla morte della nonna si trasferisce a San Pietroburgo dove, dopo qualche anno, conosce l’avvocato Tadeusz Lempicki che sposa nel 1916.
La sfarzosa Tamara e la rivoluzione
Nel 1918, durante la rivoluzione russa e dopo un breve periodo di arresto del marito reo di complottare contro i bolscevichi, i Lempicki si trasferiscono a Parigi.
Nel 1920, poco dopo la nascita della figlia Kizette, Tamara decide di dedicarsi alla pittura ed inizia così a frequentare l’Academie de la Grande Chaumiere. Poi prende lezioni da Maurice Denis e da André Lhote.
Dopo una prima apparizione al Salon d’Automne, nel 1922, la pittrice continua ad esporre a Parigi fino alla metà degli anni trenta. Sono quelli gli anni in cui Parigi è la capitale mondiale della vita mondana: feste, musica, arte e quant’altro si intrecciano in città a ritmi frenetici.
Inseguendo la conoscenza dell’arte, la sfarzosa Tamara spesso viaggia per l’Europa e proprio a Milano, grazie all’ amicizia con il proprietario, organizza la sua prima mostra personale alla galleria d’arte “Bottega di poesia”.
Durante la sua permanenza in Italia conosce anche Gabriele D’Annunzio a cui, rifiutando i suoi continui tentativi di seduzione, fece anche un ritratto.
Nel 1933, dopo cinque anni dal divorzio dal marito Tadeusz, sposa il barone Kuffner ed in seguito ad una profonda crisi esistenziale comincia a dipingere soggetti di contenuto pietistico e umanitario oltre che ritratti di se stessa.
All’inizio della seconda guerra mondiale, nel 1939, i Kuffner si trasferiscono negli Stati Uniti, in California, ma poi nel ’43 si spostano definitivamente a New York.
Qui la pittrice può continuare la sua attività artistica ed organizza una personale alla galleria di Paul Reinhardt.
Benché sempre molto impegnata sul fronte umanitario, la sfarzosa Tamara continua a dipingere ed allestisce mostre a New York, Los Angeles e San Francisco.
La nuova vita dopo “il silenzio”
Dopo un lungo periodo di silenzio, nel 1957, presenta le sue nuove opere a Roma, alla galleria Sagittarius.
L’artista in questo periodo sperimenta opere astratte, spesso eseguite a spatola, che però non incontrano il consenso della critica.
La mostra allestita nel 1962 presso la galleria Jolas di New York è un fallimento e, dopo la morte del marito avvenuta sempre nello stesso anno, Tamara si trasferisce definitivamente a Cuernavaca, in Messico, dove morirà nel Marzo del 1978.
La sua pittura, costituita quasi esclusivamente da ritratti, è l’espressione dell’ambiente alto borghese ed aristocratico di cui l’artista faceva parte: un mondo ricco, patinato, opulento e trasgressivo in cui la sfarzosa Tamara visse sempre perfettamente a suo agio e da cui trasse tutta la sua ispirazione pittorica.