

Patti Smith, il contributo femminile poetico e musicale alla rivoluzione culturale
Patti Smith, il contributo femminile poetico e musicale alla rivoluzione culturale
La rivoluzionaria Patti Smith
L’America è completamente investita dalla rivoluzione culturale di fine anni ’60 e Patti, permeabile alle nuove tendenze intellettuali, nel 1967 si trasferisce a Manhattan, New York, vero centro di tutte le nuove tendenze artistiche.
Per continuare a dedicarsi alla poesia, accetta qualsiasi lavoro: cameriera, commessa in un negozio di libri, recensionista per alcune riviste musicali, magazziniera in un negozio di giocattoli.
A 28 anni, grazie anche all’amicizia con il chitarrista Lenny Kaye, entra nel mondo della musica, dapprima con timide letture di poesie accompagnate da suoni e poi con la registrazione di dischi singoli per etichette indipendenti.
Nel 1975, il produttore John Cale ne intuisce le potenzialità e le pubblica il suo primo vero album: “Horses”.
Il disco ottiene subito un enorme successo e fa inserire Patti, grazie alla sua voce ruvida e passionale e alla sua poesia visionaria, in quel nuovo mondo rock di cui già facevano parte Bob Dylan e Jim Morrison.
Escono poi, a distanza di pochi anni l’uno dall’altro, “Radio Ethiopia”, “Easter”, e “Wave”, grazie ai quali diviene esponente di punta di un rock nuovo, intelligente, colto e che, oltre a farle aumentare presso la critica il valore artistico, le fanno anche scalare le classifiche di vendita in tutto il mondo.
L’ascesa di Patti
Nel 1978 incontra Bruce Springsteen dal quale riceve in regalo “Because The Night”, una canzone bellissima e disperata che narra la storia di due amanti in fuga.
La rivoluzionaria Patti Smith la riscrive dandone una interpretazione poetica al femminile così struggente da far entrare il pezzo nella storia eterna del rock mondiale.
La sua prima grande storia d’amore è quella con Robert Mapplethorpe, il fotografo rivoluzionario dei corpi statuari che ha curato la copertina di Horses.
Dopo una lunga relazione di stima, collaborazione e convivenza, i due si lasciano quando lui dichiara al mondo la sua omosessualità.
Nel 1979, dopo un trionfale tour in Europa, Patti Smith annuncia a sorpresa il suo ritiro dalle scene e sposa il chitarrista degli MC5, Fred Smith.
Ma dopo aver passato la prima metà degli anni ‘80 ad accudire i due figli Jackson e Jessica, nel 1988 pubblica “Dream of lire”, un album accolto in modo tiepido dalla critica ma che contiene un brano che diverrà una vera hit e che sarà considerato un inno alla libertà e alla democrazia: “People have the power”.
I primi anni ‘90 sono per Patti molto duri e tristi: perde l’amico Mapplethorpe, il fidato pianista Richard Sohl, il fratello Todd e, soprattutto, il marito Fred.
La rivoluzionaria Patti Smith in continua crescita
Per combattere il dolore si tuffa di nuovo nella musica e nel 1996 completa l’album che con il marito progettava da tempo: “Gone Again”.
Negli anni successivi continua con una produzione musicale regolare e frequenti concerti in giro per il mondo.
Le sue canzoni continuano a parlare del dolore e delle follie del mondo come l’invasione cinese in Tibet, il Vietnam, Madre Teresa e il mito di Ho Chi Minh, a cui dedica il suo album del 2000 “Gung Ho”.
Nel 2004 fa uscire “Trampin”, in cui in “Radio Baghdad”, immagina una mamma irachena che canta la ninna nanna al figlio sotto ai bombardamenti.
Nel 2005, in occasione dei 30 anni dall’uscita del suo primo album Horses, ne pubblica una versione rimasterizzata.
Dal 2006 al 2010 circa, rimane in Italia e si dedica a collaborazioni e duetti con cantanti quali Irene Grandi, Francesco Renga e il gruppo Casa del Vento.
Dopo un breve rientro negli Stati Uniti ed una registrazione con i R.E.M., nel 2012 è di nuovo in Italia e in occasione del Festival di Sanremo, duetta come ospite straniero con il gruppo dei Marlene Kuntz.
Nello stesso anno pubblica “Banga”, un susseguirsi di omaggi a personaggi del presente e del passato.
Nel 2017 le viene conferita la laurea ad honorem in lettere classiche e moderne dall’Università di Parma e, nel 2019, quella in letterature europee e americane da quella di Padova.
Attualmente la rivoluzionaria Patti Smith vive tra l’Italia e gli Stati Uniti.
Ha detto: “Ho avuto il privilegio di crescere in un periodo di rivoluzione culturale e la musica ne è stata una componente. Forse sono stata solo una pedina, ma sono contenta comunque di aver contribuito a cambiare qualcosa.”.