La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

la passionale idealista Evita Perón

Evita Perón: ideali, passione e coraggio

Da bambina povera ed emarginata a signora potente ed acclamata, Evita Perón è una delle donne più iconiche del Novecento.

Evita Perón: ideali, passione e coraggio

la passionale idealista Evita PerónEva Maria Ibarguren nacque il 7 Maggio del 1919 a Los Toldos, un villaggio argentino in provincia di Buenos Aires, la si conosce come la passionale idealista Evita Perón.

Le origini

Era l’ultima di cinque figli illegittimi nati da Juan Duarte, piccolo proprietario terriero già sposato e con altri figli, e dalla sua cuoca e amante Juana Ibarguren.

Alcuni anni dopo la nascita della piccola Evita, Duarte tornò dalla famiglia legittima abbandonando la cuoca e i cinque bambini.

Juana, sola e senza soldi, per mantenere i figli cominciò a lavorare come sarta e, grazie anche all’assunzione della sorella Elisa all’ufficio postale, la famiglia riuscì ad avere una vita dignitosa.

Gli anni di Los Todos, tuttavia, furono per Evita molto duri: gli abitanti del villaggio la discriminavano continuamente per la sua condizione di figlia illegittima ed era spesso bersaglio di derisione e critiche sfacciate.

Nel 1926 il padre morì in un incidente d’auto e quando Juana Ibarguren si recò coi figli a rendere l’ultimo saluto all’uomo, le figlie legittime impedirono a questi ultimi di entrare in casa e di avvicinarsi alla bara.

Questa vicenda, come anche le precedenti, aumentò in Eva il carattere duro ed il sentimento di indignazione ed insofferenza verso le ingiustizie.

Quando la sorella Elisa fu trasferita all’ufficio postale di Junín, tutta la famiglia si spostò con lei e qui, grazie anche all’aiuto degli altri fratelli, la situazione economica migliorò ulteriormente.

Passionale idealista Evita Perón

A Junín affiorò la vocazione artistica di Eva: era la più brava a scuola in recitazione e, andando spesso al cinema ad ammirare le dive di Hollywood, si convinse che fare l’attrice fosse il sogno da inseguire.

A quasi sedici anni, nel 1935, partì per Buenos Aires al seguito del cantante di Tango Agustin Magaldi di cui era diventata l’amante e qui si dedicò a trovare le persone ed i contatti giusti per realizzare il suo sogno di attrice.

Dopo alcune esperienze teatrali di poco conto e brevi apparizioni in film e sulle riviste di spettacolo, iniziò una carriera di successo come annunciatrice ed attrice in una emittente radiofonica per una serie di radiodrammi.

La carriera radiofonica le regalò una grande notorietà ed Eva finalmente raggiunse anche una stabile situazione economica che le permise di comprare un appartamento in un quartiere molto elegante.

In quegli anni l’Argentina stava attraversando un periodo di grosse trasformazioni: i partiti politici tradizionali si stavano sgretolando sotto le accuse di corruzione, nepotismo e brogli elettorali, ed a causa della scandalosa corruzione da parte del governo, nel 1943 ci fu un colpo di stato militare in cui si distinse il giovane colonnello dell’esercito argentino Juan Domingo Perón.

Perón, promosso sottosegretario al Ministero del Lavoro, in occasione di una raccolta fondi per i sopravvissuti ad un terremoto conobbe Evita, anche lei già da tempo impegnata in attività sociali di cura per i poveri, e fu un colpo di fulmine.

Andarono subito a vivere insieme nell’appartamento di Eva mentre la sua carriera artistica ed il suo attivismo politico continuavano ad ampliarsi.

La crescita e la fama Perón

Anche Perón continuava ad aumentare il suo potere e nel 1945 arrivò a detenere ben tre cariche ufficiali: Ministro del lavoro, Ministro della guerra e Vicepresidente dell’Argentina.

Perón era l’unico ad occuparsi dei lavoratori operai che continuavano ad aumentare a dismisura grazie all’industrializzazione in atto nel paese: aumentò i salari, creò tribunali del lavoro e migliorò il sistema di aiuto sociale.

Queste misure popolari gli assicurarono un enorme consenso della gente oltre che una sconfinata ammirazione da parte di Eva.

Per paura di questo potere crescente, però, ed in vista delle imminenti elezioni, l’opposizione militare organizzò una marcia degli antiperonisti ed al colonnello fu intimato di dimettersi da tutte le cariche.

Proprio mentre si recava a rassegnare le dimissioni, un’enorme folla di operai con a capo la passionale idealista Evita Perón, gli andò incontro per fermarlo.

Si profilava una guerra civile e così i due coniugi, per paura di rappresaglie da parte del governo, lasciarono la città.

Fu tutto inutile: Perón venne arrestato e deportato sull’isola deserta di Martín Gracía e da qui internato in un ospedale.

Il popolo dei lavoratori, però, non lo voleva abbandonare ed il 17 Ottobre 1945 dette il via alla “Marcia dei Descamisados”, un fiume umano a torso nudo che occupando la Plaza de Mayo né rivendicò la liberazione.

Fu una vera e propria rivoluzione che obbligò i generali a riportare Perón al governo.

In seguito alla liberazione, il 22 Ottobre, Perón ed Evita si sposarono a Junín.

Dopo il matrimonio Perón fu occupato con la campagna elettorale e da quel momento Evita gli fu sempre al fianco partecipando attivamente a tutti i viaggi, a tutti i discorsi pubblici ed a tutti gli incontri a scopo propagandistico.

Nel Febbraio del ’46 Perón venne eletto presidente della Repubblica Argentina e fondò il Partito Peronista.

La passionale idealista Evita Perón forza e politica

Evita si mise a capo del Partito Peronista Femminile e portò avanti con successo una serie di battaglie sui diritti civili tra cui il riconoscimento dell’uguaglianza tra uomini e donne. Eva fece anche da intermediaria tra le esigenze degli operai ed il marito lavorando strenuamente e con una efficienza tale da procurarle un ufficio fisso nella Segreteria del Lavoro.

Fervente visitatrice di fabbriche, scuole, ospedali e club sportivi e culturali, Eva si guadagnò presto la fiducia e l’amore del popolo.

Venne spesso incaricata di rappresentare il marito in viaggi ufficiali e per questo affrontò un lungo e faticoso tour europeo in cui fu accolta trionfalmente.

Il lavoro di Evita all’interno del governo Peronista era orientato all’assistenza sociale con lo scopo di combattere la povertà, dare assistenza medica ai poveri e case temporanee ai senza fissa dimora.

Nel 1948 creò la Fondazione Evita Perón che si occupava di migliorare le condizioni di vita dei bambini e degli anziani.

Nel Gennaio del ’50 la passionale idealista Evita Perón svenne in pubblico e dopo un intervento di appendicite le venne diagnosticato un tumore all’utero.

Si avvicinavano però di nuovo le elezioni per un secondo mandato presidenziale e così Evita rifiutò di curarsi per seguire la campagna elettorale del marito. Il popolo oltre a volere Perón candidarsi di nuovo come presidente, spingeva affinché Eva stessa si candidasse a vicepresidente.

Dopo alcuni giorni di riflessione Eva, gravemente ammalata e molto debole, annunciò il suo rifiuto alla candidatura.

Nell’Ottobre del ’51 pubblicò la sua autobiografia “La Razón de Mi Vida” e nel Maggio dell’anno successivo tenne l’ultimo discorso pubblico accanto al marito che nel frattempo era stato nuovamente eletto Presidente per il secondo mandato.

Soffriva sempre di più di dolori insopportabili e, probabilmente, fu sottoposta in segreto a lobotomia come terapia palliativa antalgica.

Ormai immobilizzata al letto, il marito la nominò “Leader Spirituale della Nazione Argentina” ed il 26 Luglio 1952, dopo un breve coma, morì in ospedale a Buenos Aires.

Evita Perón e le vicende dopo la morte

Il suo cadavere fu mummificato e posto in una teca di vetro per essere esposto: la fila dei visitatori raggiunse i due chilometri ed alcune persone aspettarono in coda anche dieci ore pur di salutarla.

Tre anni dopo, un’insurrezione scoppiata nel paese costrinse Perón a scappare in Spagna lasciando il feretro della moglie in Argentina.

Il nuovo capo di Stato, Eugenio Aramburu, anti Peronista, per paura che divenisse oggetto di culto, lo fece nascondere in vari edifici militari, sempre sorvegliato, per molti mesi, fin poi riuscire a trasportare la salma sotto il falso nome di Maria Maggi a Milano, dove fu sepolta.

Solo nel 1974 la salma tornò in Argentina grazie ai molti sostenitori ed al marito Perón che nel frattempo era stato di nuovo eletto Presidente per la terza volta.

Finalmente, nel 1976, dopo un ennesimo golpe, i militari si impadronirono della salma della passionale idealista Evita Perón che infine, per ordine del dittatore Videla, fu consegnata alla sorella Blanca e seppellita definitivamente nel Cimitero della Racolata dentro la cripta della famiglia Ibarguren.

Evita Perón rimarrà sempre nell’immaginario collettivo l’incarnazione di una donna appassionata e combattiva ed al tempo stesso glamour e piena di stile che sarà di ispirazione per molte generazioni di donne in futuro.

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