

Virginia Woolf, quando una donna colta ed ispirata era considerata “moderna”
Virginia Woolf, quando una donna colta ed ispirata era considerata “moderna”
La moderna Virginia Woolf e la sua infanzia
L’infanzia di Virginia fu una tipica infanzia vittoriana, fatta di lezioni casalinghe, rispetto delle convenzioni, benessere e la percezione che tutta la vita della numerosa famiglia ruotasse intorno alla figura della adorata madre.
I ricordi più vivi e sereni dell’infanzia, furono quelli delle vacanze trascorse nella casa al mare a Saint Ives, in Cornovaglia, dove la scrittrice ebbe anche modo di fare conoscenze importanti come Henry James e George Meredith.
La sua giovinezza, però, venne segnata presto da due gravi episodi che la turbarono nel profondo: una violenza sessuale da parte dei fratellastri e la morte della madre avvenuta nel 1895.
Nel 1897 Virginia fu ammessa a studiare storia e lettere classiche al prestigioso King’s College of London ma, nel 1904, quando nel giro di breve tempo perse sia il padre che la sorellastra Stella, ebbe un primo serio crollo nervoso.
Gli anni della maturità
Dopo la morte del padre si trasferì con la sorella Vanessa a Bloomsbury, un quartiere londinese molto in voga, dove dette vita ad un primo nucleo di circolo intellettuale, denominato “Bloomsbury Group” e, contestualmente, iniziò a scrivere per il supplemento letterario del Times.
Fece conoscenza con importanti intellettuali come Bertrand Russel, Edward Morgan Forster, Ludwig Wittgenstein e Leonard Woolf.
Nel 1912 Virginia sposò Woolf, un teorico della politica, ma ebbe relazioni anche con alcune donne come Viola Dickinson ed Ethel Smyth che influenzarono profondamente la sua vita e le sue opere letterarie.
Trasferitisi in Gordon Square, i due coniugi inaugurarono il “Bloomsbury Set”, un circolo letterario ed intellettuale che, per oltre un trentennio, dominò la cultura e la letteratura inglesi.
Nacquero le “serate del giovedì”, riunioni alle quali partecipavano personaggi di alta posizione per discutere di politica, lettere, arte e filosofia.
In questo clima di fervore intellettuale, la moderna Virginia Woolf iniziò anche a dare ripetizioni serali alle operaie in un collegio di periferia e, nel contempo, cominciò a frequentare alcuni gruppi di suffragette.
Nel 1913, però, in preda ad una forte depressione, tentò per la prima volta il suicidio.
La moderna Virginia Woolf e la ripresa
Per farle ritrovare fiducia ed equilibrio il marito la aiutò a fondare un’impresa editoriale e, nel 1917, nacque la Hogarth Press che cominciò a pubblicare le opere della stessa Virginia ed anche di autori quali Katerine Mansfield, Italo Svevo, Thomas Eliot, James Joyce e Sigmund Freud.
Dal 1920, nelle opere di Virginia Woolf, iniziò ad apparire chiaro l’utilizzo dello stile cosiddetto “flusso di coscienza”, ispirato anche dalla lettura dei testi di Freud che la appassionarono enormemente.
Virginia fu attivista all’interno dei movimenti femministi e, attraverso i suoi romanzi, rifletté a lungo sulla condizione femminile dell’epoca.
In “Una Stanza Tutta Per Sé” trattò il tema della discriminazione del ruolo della donna ed in “Le Tre Ghinee”, approfondì quello della figura dominante dell’uomo.
Il rapporto con le donne venne visto anche sul piano sentimentale con il romanzo “Orlando”, dove racconta la sua storia d’amore con Vita Sackville-West.
Nell’estate del 1940, pubblicò “Tra Un Tratto e l’Altro”, ma le sue crisi nevrotiche e depressive si fecero sempre più intense e le sue fobie aumentarono con il procedere della guerra.
Il cedimento
Il 28 Marzo del 1941, quindi, la moderna Virginia Woolf si gettò nel fiume Ouse togliendosi la vita e lasciando una toccante lettera di addio al marito.
Dopo la morte le sue ceneri vennero sepolte insieme a quelle del marito a Rodmell, una loro proprietà di campagna, sotto due grandi Olmi del giardino.
Già in vita fu salutata come una delle più grandi scrittrici del XX secolo e uno dei principali personaggi modernisti.
Fu considerata una profonda innovatrice dello stile e della lingua inglesi dotando i suoi personaggi di uno straordinario potere psichico ed emotivo.
Nella maggior parte dei suoi romanzi come “La Signora Dalloway”, “Gita al Faro” e “Le Onde”, i personaggi, le ambientazioni e la narrazione temporale, assumono un virtuosismo stilistico tale da considerarle opere sperimentali.