La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

La grande donna Rita

Rita Levi-Montalcini: una grande donna dietro la grande scienziata

Salutando gli studenti dell’università di Torino disse “non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare e non temete niente.”
La sua forza di volontà e la sua tenacia fecero di lei una grande donna prima ancora che una grande scienziata.

Rita Levi-Montalcini: una grande donna dietro la grande scienziata

La grande donna RitaLa grande donna Rita Levi-Montalcini nacque a Torino nell’aprile del 1909 in una famiglia ebrea sefardita da un papà ingegnere ed una mamma pittrice. Nacque con una gemella, Paola, anche ella pittrice ed ebbe un altro fratello ed un’altra sorella. 

I genitori, molto colti, instillarono nei figli l’apprezzamento per la ricerca intellettuale e la curiosità culturale. 

L’infanzia e l’adolescenza

Trascorse l’infanzia e l’adolescenza in un ambiente sereno, anche se dominato da una concezione vittoriana circa i rapporti tra genitori e figli e i ruoli maschili e femminili, subendo spesso la forte personalità del padre convinto che una carriera professionale avrebbe interferito con i doveri di una moglie e di una madre. 

Nonostante l’opinione del padre, nell’autunno del 1930, decise di studiare Medicina all’università di Torino

La grande donna Rita

A 21 anni entrò alla scuola medica di Istologia dove cominciò gli studi sul Sistema Nervoso. Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel: Salvador Luria e Renato Dulbecco.

Tutti e tre furono allievi del professor Giuseppe Levi, direttore della scuola di Istologia e padre della scrittrice Natalia Ginzburg, figura di primo piano della letteratura italiana del Novecento. 

Nel 1936 Rita si laureò in Medicina e Chirurgia con 110 e lode e, successivamente, si specializzò in Neurologia e Psichiatria. 

In seguito alle leggi razziali del 1938, fu costretta ad emigrare in Belgio col professor Giuseppe Levi e fino al 1940 furono ospiti presso l’istituto di Neurologia all’università di Bruxelles, dove poté continuare i suoi studi sul differenziamento del sistema nervoso. 

Quando i tedeschi invasero il Belgio Rita ed il suo professore tornarono a Torino e, non potendo frequentare l’università, ella allestì un laboratorio scientifico nella sua camera da letto pur di continuare le sue ricerche. 

I rifugi, lo studio, la ricerca

Il suo obiettivo era quello di comprendere il ruolo dei fattori genetici e di quelli ambientali nella differenziazione dei centri nervosi. 

Il pesante bombardamento di Torino ad opera delle forze aeree Anglo-Americane nel 1941 obbligò la grande donna Rita ad abbandonare la città ma, rifugiatasi in provincia di Asti, ricostruì il suo mini laboratorio e riprese gli esperimenti. 

Nel 1943 l’invasione dell’Italia da parte delle forze armate tedesche la costrinse ad abbandonare anche questo rifugio e, dopo un pericoloso viaggio insieme al fratello e alle sorelle, si stabilì a Firenze

I Levi-Montalcini sopravvissero all’olocausto restando nascosti a Firenze, divisi in vari alloggi, sino alla liberazione della città, cambiando spesso abitazione per non incorrere nelle deportazioni. 

Nel periodo dell’occupazione nazista, Rita entrò in contatto con le forze Partigiane del Partito d’Azione.

Terminata la guerra tornò con la famiglia a Torino dove riprese gli studi accademici e allestì un nuovo laboratorio di fortuna. 

Con il maestro Giuseppe Levi iniziò a fare ricerche sugli embrioni di pollo giungendo a diversi risultati pubblicati su riviste scientifiche internazionali. 

La grande donna Rita oltre oceano

Nel 1947 il biologo Viktor Hamburger, al quale Rita si era ispirata per molti suoi lavori, la invitò a St. Louis a prendere la cattedra di docente al corso di Neurobiologia alla Washington University

Nel 1951, presso la New York Academy of Sciences, presentò la sua tesi che cercava di spiegare la differenziazione dei neuroni e l’esistenza di fattori liberati da altre cellule capaci di controllare questa differenziazione. 

Nel 1954, continuando le sue analisi in vitro, giunse all’isolamento di una proteina che viene sintetizzata da quasi tutti i tessuti e che, designata come Nerve Growth Factor (NGF), si dimostrò attiva sul differenziamento di determinati neuroni del cervello. 

Tale ricerca è stata di fondamentale importanza per la comprensione della crescita delle cellule e di organi e svolge un ruolo significativo nella comprensione del diffondersi del cancro e delle malattie come l’Alzheimer ed il Parkinson

Per circa 30 anni fece ricerche sul NGF e sul suo meccanismo di azione e nel 1986, grazie ai suoi studi, ricevette il Premio Nobel per la medicina.

La scienziata devolse una parte del premio alla comunità ebraica per la costruzione di una nuova Sinagoga a Roma e nel 1987 ricevette dal Presidente Ronald Reagan la National Medal of Science, l’onorificenza più alta del mondo scientifico statunitense. 

Spesso attiva in campagne di interesse sociale e politico, come quella contro le mine antiuomo, nel 1992 istituì con la sorella Paola la Fondazione Rita Levi-Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione dei giovani nonché al conferimento di borse di studio universitarie a giovani studentesse africane. 

È stata membro delle maggiori accademie scientifiche internazionali come l’Accademia dei Lincei e, nel 2001, fu nominata senatrice a vita. 

La grande donna Rita muore a Roma il 30 Dicembre 2012 all’età di 103 anni.

Rita Levi-Montalcini ha rinunciato per scelta ad un marito e ad una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza ed alla promozione della libertà di pensiero

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“SPREAD ART, INSPIRE PEOPLE.”

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