

Dante Alighieri, padre della lingua italiana e uomo dalla profonda dignità umana
Dante Alighieri, padre della lingua italiana e uomo dalla profonda dignità umana
La figura di Dante Alighieri
Nel corso degli ultimi anni si è diffusa la sua immagine grazie al conio delle monete da 2 euro con impressa la raffigurazione del suo volto dipinto da Raffaello Sanzio come anche attraverso l’interpretazione dei suoi versi da parte di grandi attori quali ad esempio Vittorio Gassman e Roberto Benigni.
Nonostante la conoscenza da parte del grande pubblico però, forse di lui non si è sottolineato abbastanza la sua tenacia e forza in quanto uomo prima ancora che come autore.
La vita privata del Sommo Poeta
Dante ed il “vero” amore
Ricevette un’educazione classica e rigida, fino alle prime contaminazioni di personaggi che viaggiando riportavano in patria conoscenze di paesi e culture lontani, tra questi, a Dante fu molto caro Ser Brunetto Latini al quale dedica infatti una tenera citazione per ricordarne la gentilezza. Si è quasi certi, in seguito, anche dei suoi periodi di studi a Bologna e poi a Parigi. Ad appena dodici anni invece, fu promesso in matrimonio a Gemma Donati, la cui famiglia era allora la più importante di Firenze e che successivamente divenne anche punto di riferimento per lo schieramento politico opposto a quello del poeta: i guelfi neri. Tra i due non sembra vi sia stato mai amore, tanto che Dante non dedica alla moglie alcun versetto né menzione. Nonostante ciò, dalla combinata unione, nascono tre figli ed un quarto presunto.
Il “vero” amore di Dante sappiamo ormai tutti è stato Beatrice. Di lei si sa poco ma si associa questo nome ad una donna che Dante conobbe a soli dieci anni e con cui più avanti intrattenne una fugace relazione extraconiugale, anch’ella sposata ad un altro uomo. Purtroppo Bice, nome reale, morì presto e fu proprio questo a muovere nel poeta la necessità di renderle maggiore giustizia attraverso i suoi scritti di quanto non avesse fatto fino a quel momento.
Il Dante “non” poeta
Accantonando momentaneamente la sua poetica e l’ispirazione, si deve dire quanto egli fosse appassionato di politica e quanto fece per cercare di contrastare l’egemonia ecclesiastica e della vecchia nobiltà a favore della borghesia e “nuova” nobiltà priva di storia ma più ricca. Questa seconda fazione all’interno del popolo era a Dante tanto cara anche perché quella da cui proveniva la sua famiglia di origine. Dissapori politici e contrasti diretti con papa Bonifacio VIII gli crearono non pochi problemi al punto di determinare l’esilio dalla sua amata città Firenze. Fu però “grazie” a questo isolamento, anche perché non abbiamo traccia di nessuna vicinanza con la moglie o i figli in questo periodo, che egli si dedicò pienamente alla scrittura componendo opere quali il Convivio ed intraprendendo la stesura della Divina Commedia, alla quale lavorerà tutta la vita. Ciò che emerge dagli accenni che abbiamo scelto di riportare della sua biografia è l’immensa dignità di un uomo che ha amato una donna tanto da renderla immortale; ha amato la terra su cui è venuto al mondo tanto da difenderla e rischiare, per lei, di doversene allontanare per sempre; ha amato la propria gente al punto di non assecondarla per restare tra loro ma donandogli, in solitudine, una lingua che la unisse e rafforzasse. Un uomo che ha vissuto a pieno la propria vita, non risparmiandosi in alcun modo e così facendo ha procurato orgoglio e fama al proprio popolo e Paese. Un uomo a cui essere grati già da molti secoli.