

IPAZIA: bellezza, grazia ed intelletto
IPAZIA: bellezza, grazia ed intelletto
L’infanzia
Fin da piccola fu allevata dal padre allo studio della matematica ma, non contenta, volle raggiungere un sapere più ampio ed essendo molto intelligente e più dotata del padre, si diede anche alla conoscenza della filosofia e dell’astronomia.
Dopo anni e anni di studio e frequentando anche le celebri scuole di filosofia di Alessandria, finì per farsi una fama tra gli intellettuali del suo tempo: una notorietà per intenditori che si diffuse nella comunità internazionale dei sapienti dell’epoca.
La colta Ipazia
Nel V secolo dopo Cristo, l’amore per la cultura era grande e vivo ed in questo contesto Ipazia era vista da tutti come colei che aveva riunito in sé tutte le conoscenze accessibili allo spirito umano. Come ci racconta Diderot, ella aveva un’eloquenza incantatrice sia per il popolo che per gli stessi uomini dotti ed eruditi.
Pur essendo donna, si dice anche molto bella, indossava il TRIBON, cioè un grezzo mantello tipico dei predicatori con cui faceva le sue apparizioni nel centro della città per spiegare a chiunque Platone, Aristotele e gli altri grandi filosofi.
Sfrontata e carismatica, influente politica e maestra di pensiero e di comportamento Ipazia fu molto amata dai suoi discepoli quale delicata portatrice di sapienza e fu l’incarnazione di una donna libera da stereotipi e capace di affermare il potere intellettivo femminile.
Tutto ciò, però, non piacque al vescovo Cirillo che, invidioso ed intrigante, né provoco la morte.
La colta Ipazia e la figura sacrale
La figura sacrale e carismatica di questa soave ed erudita donna, il suo prestigio sociale ed il ruolo politico ottenuto, ebbero come effetto una enorme rabbia ed odio da parte di Cirillo che vedeva in Ipazia la sopravvivenza dell’antico paganesimo delle scienze ellenistiche, filosofie contrapposte al suo cristianesimo immanente volto ad una assoluta preminenza sulla città e sul governo. Fu quindi aggredita, denudata, dilaniata. Il suo corpo fu smembrato e bruciato sul rogo.
Ecco cosa è rimasto oggi: La colta Ipazia, il simbolo di una donna che, come tante altre nella storia, hanno cercato con l’intelligenza di far valere le proprie idee ed il proprio pensiero e che come una vera guerriera al femminile non ha usato armi o violenza ma bellezza, grazia ed intelletto.