

Elinor Ostrom: gli studi a servizio dei beni comuni e della collettività
Elinor Ostrom: gli studi a servizio dei beni comuni e della collettività
La collettiva Ostrom
L’interesse per i beni comuni, in Elinor, è molto forte oltre che precoce, ed è una passione che ha continuato ad approfondire scientificamente durante tutto l’arco della vita.
Esperta in cause collettive, trust e beni comuni, grazie alla pubblicazione di numerosi libri nel campo della “teoria dell’organizzazione”, della politica economica e della pubblica amministrazione, ha contribuito a formare una branca specifica e separata dell’economia : la “teoria della scelta pubblica”.
La grandiosità del suo lavoro sta nel fatto che è riuscita a rilevare e documentare con estrema precisione e meticolosità la possibilità di una gestione collettiva ed efficiente delle risorse comuni.
Le teorie di Elinor
Per la collettiva Ostrom esiste una terza via tra Stato e Mercato, tra pubblico e privato: la responsabilità della collettività.
La partenza furono gli studi di economia ambientale di Garret, la cui famosa teoria “tragedia dei beni comuni” concludeva asserendo che se tutti godono di beni comuni come l’acqua, le foreste, i mari eccetera senza sostenerne i costi e la cura, nel lungo periodo si arriva alla distruzione delle risorse stesse.
Elinor Ostrom osserva e dimostra che, invece, in alcuni luoghi del mondo, le comunità locali si sono date regole precise ed efficaci per conservare risorse comuni scarse e preziose come l’acqua di fiume, i pascoli di montagna, i banchi di pesce, le foreste. Regole che sono state messe a punto attraverso tentativi ed errori e sono sopravvissute per secoli.
Nel suo libro più noto e tradotto in tutto il mondo, si preoccupa di trovare le caratteristiche comuni delle istituzioni che hanno funzionato e che, nel tempo, sono riuscite a garantire l’interesse di tutti: il mantenimento dei beni che rappresentano una fonte di sopravvivenza per il gruppo sociale.
Il futuro per la collettiva Ostrom, premio Nobel
Ha così potuto evidenziare la rilevanza economica di valori immateriali come la speranza nel futuro, la reputazione, il senso della comunità. Grazie a questo nuovo approccio allo studio dei beni comuni ed all’analisi della governance, il 12 ottobre del 2009, viene insignita del premio Nobel per l’Economia.
Brillante, appassionata, modesta, durante uno stage di ricerca in Alaska incontra il professor Vincent Ostrom, docente di scienze politiche all’Università dell’Indiana che, dopo un iniziale periodo di collaborazione, diventa suo marito.
Ha trascorso la vita come docente di Scienze Politiche proprio all’Università dell’Indiana ed ha fondato e diretto il “Center for Study of Institutional Diversity” all’Università dell’Arizona.
Dal 1996 al 1997 è stata presidente dell’American Political Science Association.
La collettiva Ostrom è morta nel 2012 all’età di 78 anni a causa di un tumore al pancreas.