La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Biografia di Edgar Degas

Edgar Degas studioso dell’essere umano e della sua espressività

Edgar Degas studioso dell’essere umano e della sua espressività

Edgar-Germain-Hilaire De Gas (ortografia originaria del cognome nobiliare) nasce a Parigi il 19 luglio 1834, primogenito di una benestante famiglia che deve la sua fortuna alla fondazione, da parte del nonno paterno, di una banca a Napoli; queste le premesse per la biografia di Edgar Degas.

Primi atti della biografia di Edgar Degas

La madre di Edgar si chiama Célestine Musson ed è una creola di New Orleans, mentre il padre Pierre-Auguste è il direttore della filiale parigina della banca di famiglia. L’infanzia di Edgar, sebbene serena, è segnata dalla prematura morte della madre che, dopo aver dato alla luce altri quattro figli, muore quando il primogenito ha appena tredici anni. È proprio in questo periodo che il giovane inizia a manifestare un primo interesse per l’arte, grazie anche allo spirito raffinato del padre che porta il figlio con sé durante le sue frequenti visite al Louvre o presso gli atelier di alcuni suoi amici pittori.
Così, terminati gli studi presso il liceo Louis-le-Grand, Edgar entra a far parte dell’atelier di Barrias dove affina le sue tecniche pittoriche e, successivamente, frequenta quello di Louis Lamothe. Per mettersi alla prova, è solito recarsi presso il Cabinet del Estampes della Biblioteca Nazionale dove può copiare a matita le opere di Rembrandt, Goya e Mantegna. Prova profonda ammirazione per i pittori italiani ed è attratto soprattutto dall’opera di Giotto.

Forse proprio spinto da questo amore per l’arte nostrana, nel 1854 Edgar si reca per la prima volta a Napoli, in visita dal nonno paterno, per poi decidere di tornare annualmente in Italia fino al 1860. Visita Roma, Firenze, Orvieto e Perugia realizzando numerosi schizzi di paesaggi e copie di opere antiche, ma anche un ritratto della cugina Giulia Belelli.

La carriera

Tornato in Francia, Degas entra a far parte dell’Ecole des Beaux-Arts, ma decide di abbandonare immediatamente il mondo accademico: perché perdere tempo nei corridoi di un’accademia, quando si può passeggiare in quelli del Louvre ed imparare dalla diretta osservazione dell’opera dei più grandi maestri?
Intanto, in una stanza al numero 4 di Rue Mondovi, la biografia di Edgar Degas si arricchisce dell’apertura del primo atelier dove può sperimentare, dipingendo scene di corse di cavalli, una “Donna con crisantemi” ed un ritratto raffigurante i Belelli, suoi parenti italiani conosciuti pochi anni prima.
Quest’ultima opera è particolarmente significativa poiché delinea una caratteristica particolare dello stile pittorico dell’artista: egli realizza sul posto bozzetti e schizzi, ma aspetta di essere tra le mura tranquille del suo atelier per realizzare il dipinto.
Nel 1862 Degas si trova all’interno del Louvre quando incontra un suo coetaneo, Édouard Manet. I due giovani artisti provengono da ambienti culturali simili e stringono subito una forte amicizia. Si incontrano quasi quotidianamente presso il Café Guerbois, dove presto si aggiungono Bazille, Pissarro, Sisley, Renoir, Cèzanne e Zola. Insieme, ma in modo indipendente, questi giovani sviluppano un proprio stile identificativo. Per Degas diviene fondamentale la rappresentazione pittorica del carattere dei suoi soggetti: vuole “fare ritratti di persone nei loro atteggiamenti usuali e tipici e dare al loro volto la stessa scelta espressiva che si dà al loro corpo”.
Ed è per questo che i protagonisti dei suoi quadri sono spesso ritratti nel loro ambiente più abituale, tra i mobili di casa o mentre compiono i gesti più tipici del loro mestiere. Sono donne che si pettinano, mercanti di cotone, lavandaie o stiratrici.

La biografia di Edgar Degas colorata di musica e movimento

Grazie all’amico Dèsiré Dihau, suonatore dell’Opera, Degas inizia ad avvicinarsi al mondo della musica studiando i gesti e le espressioni dei musicisti d’orchestra durante le loro esibizioni e realizzando, nel 1869, il dipinto “Orchestra dell’Opera”. Sullo sfondo si intravedono dei corpi sinuosi che, sebbene tagliati a metà, indossano un inconfondibile tutù bianco: con questo primo tocco di pennello, Degas dà vita alle sue eterne ballerine. Nel 1872 l’artista si reca in America con il fratello René, per conoscere i parenti materni e per ricongiungersi con il fratello Achille, stabilitosi a New Orleans. Trascorre ben sei mesi negli Stati Uniti, vivendo momenti di tranquilla felicità, circondato dall’affetto dei fratelli e dei lori vivaci figli.
Tornato a Parigi, assiste impotente alla distruzione del teatro dell’Opéra, inghiottito dalle fiamme di un terribile incendio, per poi tornare in Italia ma, questa volta, per un triste motivo: recarsi a Napoli dal padre morente.
Degas si è intanto trasferito nel più artistico dei quartieri parigini, Montmartre, dove continua a frequentare il suo gruppo di amici con cui, nel 1874, espone al boulevard des Capucines, in occasione della prima mostra degli Impressionisti.
In questi anni iniziano, tuttavia, a mostrarsi i primi segni di un disturbo alla vista che gli rende difficile sopportare la luce. Degas potrebbe ritirarsi in campagna e dedicarsi interamente alla pittura, ma non può farlo poiché ha bisogno del contatto con la gente, di osservare in modo diretto i movimenti e le pose dei suoi soggetti.
Dopo un viaggio in Spagna, inizia ad appassionarsi all’arte dell’incisione insieme all’amico Pissarro. Si avvicina anche alla scultura e, durante la sesta mostra degli Impressionisti, sorprende la critica presentando una “Ballerina di quattordici anni” in cera.

Gli ultimi anni

La morte dell’amico Manet, avvenuta nel 1883, colpisce l’animo dell’artista che inizia lentamente ad isolarsi anche a causa dell’aggravarsi della malattia che colpisce i suoi occhi e che gli impedisce di dipingere.
Dopo aver allestito la sua prima ed unica mostra personale nel 1893, si dedica al collezionismo delle opere di Delacroix e di Ingres che aveva avuto l’onore di conoscere tanti anni prima, quando il maestro aveva 75 anni e Degas solamente ventuno.

Persa ormai completamente la vista, Edgar è costretto a lasciare la sua casa in Rue Victor Massè poiché deve essere demolita. Si trasferisce in boulevard de Clichy, portando con sé una vasta collezione di quadri che non può più ammirare, in quanto ormai completamente cieco. Trascorre gli ultimi anni senza lavorare, camminando tra i viali parigini o sedendo per ore su un tram. Molti ricordano la sua eleganza mentre passeggia per le strade del suo quartiere, aiutandosi con un bastone che gli permette di intuire ciò che i suoi occhi non vedono più. Si spegne il 27 settembre 1917 all’età di 83 anni ed è seppellito all’interno del cimitero di Montmartre.

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