

Gustav Klimt, dalla secessione viennese all’inconfondibile stile Liberty dell’Art Nouveau
Gustav Klimt, dalla secessione viennese all’inconfondibile stile Liberty dell’Art Nouveau
Klimt l’uomo del bacio e la sua formazione
Dopo aver frequentato la scuola primaria del settimo distretto di Vienna, Gustav inizia a mostrare i primi segni di un crescente interesse per l’arte e per questo i genitori decidono di iscriverlo presso la scuola d’arte e mestieri d’Austria dove Gustav viene ammesso all’età di quattordici anni. Poco dopo anche i due fratelli minori Ernst e Georg decidono di intraprendere la carriera di pittori ed è proprio insieme al fratello Ernst ed all’amico Franz Matsch che il giovane Gustav ottiene la prima commissione nel 1886: la decorazione del cortile del Kunsthistorisches Museum.
Da questo momento il successo artistico di Klimt è in continua ascesa, anche grazie ad un’onorificenza ufficiale ricevuta dall’imperatore Francesco Giuseppe. Crescono le commissioni assegnategli a Vienna, dai dipinti all’interno del Palazzo Sturany alle decorazioni del Burgtheater, e le università di Monaco e Vienna gli rendono omaggio nominandolo membro onorario.
La crisi e la rinascita
A questo periodo di maggiore stabilità economica segue purtroppo una fase difficile della vita di Klimt iniziata nel 1892 con l’improvvisa morte prima del padre e, solo pochi mesi dopo, del fratello Ernst. Gustav decide di sospendere la propria attività artistica per circa sei anni per elaborare il lutto e, soprattutto, per prendersi carico economico dei suoi fratelli e della moglie di Ernst, Helene Flöge, trascorrendo alcune estati lungo le rive dell’Attersee con la famiglia di quest’ultima.
La rinascita personale avviene proprio durante uno di questi soggiorni, quando il pittore si lega sentimentalmente alla sorella di Helene, la stilista austriaca Emilie Flöge.
La donna si innamora perdutamente di Klimt, l’uomo del bacio, diventando la sua compagna per tutta la vita, perdonando persino i continui tradimenti e le relazioni occasionali ch’egli intrattiene con altre donne.
Innumerevoli sono i dipinti in cui l’artista ritrae la sua amata musa e molti critici ritengono che sia proprio Emilie la donna che si abbandona teneramente tra le braccia del suo uomo nel celebre “Bacio” di Klimt.
Intanto, nel 1897, una ventina di artisti austriaci decidono di fondare un nuovo movimento con lo scopo di esportare l’arte al di fuori delle mura accademiche. Gustav Klimt diviene così il presidente e principale esponente della “Secessione viennese”, un vero e proprio movimento culturale che abbraccia non soltanto la pittura, ma l’arte nel suo complesso.
Protetti dalla dea della saggezza Atena, artisti di fama internazionale come Rodin, Mucha e Böcklin espongono le loro opere insieme a Klimt all’interno del “Palazzo della Secessione”, struttura progettata da Joseph Maria Olbrich ed inaugurata proprio per ospitare la seconda mostra del movimento.
Nel 1894 l’Università di Vienna commissiona a Klimt la decorazione del soffitto della sua Aula Magna. Il progetto prevede la realizzazione di tre pannelli per le facoltà di Filosofia, Medicina e Giurisprudenza, tutti ispirati al tema, di chiara impronta illuministica, del trionfo della luce sulle tenebre.
I pannelli suscitano però scandalo e dure sono le critiche da parte delle autorità viennesi che mai si sarebbero aspettate una rappresentazione di corpi tanto sensuale. Gli insegnanti dell’Università di Vienna si recano in Parlamento per manifestare il proprio disappunto, ritenendo troppo oscena l’opera. L’artista decide, quindi, di interrompere il rapporto di lavoro restituendo la somma di denaro già ricevuta come anticipo.
Il soffitto dell’Aula Magna segna, quindi, la fine della carriera di Klimt presso le istituzioni pubbliche.
I tre pannelli che hanno scatenato così tanta indignazione sono purtroppo andati distrutti in un incendio.
Per Klimt l’episodio altro non è che la riaffermazione di quella che è ormai diventata la sua missione: sconvolgere gli ambienti accademici, stupire e persino indignare. Andare oltre ogni canone e schema tradizionale.
Klimt l’uomo del bacio e lo stile maturo
Nel 1903 l’artista si reca a Ravenna dove studia l’arte medievale e i mosaici di Bisanzio, restando particolarmente affascinato dalla brillantezza dei colori e dall’uso dell’oro. Saranno proprio questi elementi alla base della trasformazione artistica del pittore tanto che oggi il colore dorato è considerato uno dei segni più distintivi della sua opera più matura.
Tornato in Austria egli realizza alcune tra le sue opere più famose, come “Il bacio” e l’ “Albero della vita”, diventando il massimo esponente della nascente “Art Nouveau”.
“Di me non esiste alcun autoritratto. Io non mi interesso della mia persona come oggetto di pittura, mi interessano di più le altre persone, soprattutto se di sesso femminile, ma ancora di più mi interessano altre forme. Sono convinto che la mia persona non sia particolarmente interessante. Sono un pittore che dipinge proprio tutti i giorni, dalla mattina fino alla sera. Chi vuole sapere di più su di me, cioè sull’artista, l’unico che vale la pena di conoscere, osservi attentamente i miei dipinti per rintracciarvi chi sono e cosa voglio.”
Intorno al 1909 la “Secessione viennese” sembra aver esaurito ogni scintilla innovatrice e Klimt vive un periodo di crisi artistica. Il pittore, dopo essere entrato in contatto con alcuni esponenti del movimento espressionista, decide di abbandonare i toni dorati e lo stile Liberty per concentrarsi su sfumature di colore più vivaci ed accese.
La fase finale del pittore
Questa nuova fase artistica di Klimt sembra essere apprezzata dal pubblico e dalla critica tanto che, nel 1911, il suo dipinto “Le tre età della donna” vince il primo premio all’Esposizione Internazionale di Arte di Roma.
Emotivamente rinvigorito da questo nuovo impulso creativo, l’artista si reca in Romania per un viaggio ma, al ritorno in Austria, viene colpito da un ictus.
Klimt ha trascorso tutta la sua vita in quel turbinio di corpi sensuali che aveva voluto rappresentare sul soffitto dell’Università di Vienna. Ha avuto innumerevoli donne ed è stata dimostrata la paternità di almeno quattordici figli.
Ma sul letto di morte la mente ed il cuore di Gustav Klimt, l’uomo del bacio per la sua amata, appartengo all’unica donna ch’egli ha veramente amato e che non lo ha mai abbandonato. “Portatemi Emilie”, chiede un’ultima volta prima di spegnersi il 6 febbraio del 1918.