La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

madre della danza moderna

Isadora DUNCAN: madre della danza moderna

Artefice di una radicale rottura nei confronti della danza accademica dell’epoca, Isadora Duncan è oggi considerata la più importante iniziatrice della così detta “danza moderna”.

Isadora DUNCAN: madre della danza moderna

Nata a San Francisco il 27 maggio del 1877, Isadora, madre della danza moderna, era l’ultima dei quattro figli di una mamma irlandese e di un padre scozzese.

L’infanzia tra le note della mamma

Il padre abbandonò la famiglia molto presto e la piccola Isadora crebbe povera tra le note dei brani suonati dalla mamma pianista, in un ambiente familiare impregnato di acuta sensibilità artistica, di amore per la natura e per la libertà, al di fuori degli schemi convenzionali correnti.

Decisa a calcare il palcoscenico, dopo aver preso lezioni di balletto classico, dedica la sua vita ad elaborare una nuova e personale forma di danza ispirata all’antica Grecia, in cui poter esprimere i propri sentimenti più intimi in modo istintivo ed autentico.

Madre della danza moderna, la “sua” danza

Assecondata dalla sorella maggiore e dalla madre, nel 1884 Isadora cominciò ad insegnare la “sua” danza, arrivando ad ottenere ben presto una certa popolarità ed i primi guadagni.

Nel 1898 convince la famiglia a partire per Londra e, dopo un primo periodo di grande miseria, riesce ad entrare nei circoli mondani ed intellettuali della città dove incontra Ellen Terry, la grande attrice, che prenderà a modello come suo ideale artistico femminile.

Nel 1900 si trasferisce a Parigi dove, passando molto tempo nei musei e dedicandosi allo studio dei tragici greci e di filosofi come Nietzsche, Kant e Schopenhauer, prende corpo in lei l’utopia di una umanità danzante libera dai condizionamenti sociali: un’idea della danza come spontanea oggettivazione dei sentimenti interiori in movimenti che si susseguono generandosi l’uno dall’altro come le onde del mare.

Nel 1903 a Budapest si esibisce trionfalmente per trenta sere consecutive e nel 1905 viaggia alla volta della Russia dove danza con successo a Mosca, a Kiev e a San Pietroburgo.

Di ritorno dai viaggi conosce a Berlino Gordon Craig, dal quale avrà il suo primo figlio ma che non sposerà per non perdere la sua indipendenza.

Dopo un breve periodo a Firenze al fianco di Eleonora Duse, la madre della danza moderna incontra a Parigi l’industriale Paris Singer, costruttore delle famose macchine per cucire, dal quale avrà il suo secondo figlio e grazie al cui sostegno finanziario fonderà una grande scuola di danza.

La tragedia dei figli

Nel 1913, però, di rientro da una tournée in Russia, l’auto con i suoi due bambini precipita nella Senna facendoli annegare insieme alla governante.

Disperata, Isadora ricomincia a viaggiare per il mondo, danzando continuamente fino allo sfinimento.

Dopo una tournée di due anni in America, dove al Metropolitan balla la Marsigliese avvolta solo da un drappo rosso, nel 1921, dietro invito di Lenin, torna a Mosca con l’incarico di impiantare una scuola anche lì.

Nel 1922 sposa il poeta Sergej Esenin, di diciotto anni più giovane di lei, ma la loro burrascosa relazione dura solo pochi mesi e, l’anno successivo, Esenin muore suicida.

La madre della danza moderna e il declino

Negli ultimi anni della sua vita la fama che l’aveva sempre accompagnata cominciò a declinare ed alcuni critici non le risparmiarono articoli impietosi sulla sua figura ormai appesantita.

Si ritirò quindi a vivere tra Nizza e Parigi, spesso ubriaca e con problemi economici.

Morì tragicamente a Nizza il 14 Settembre 1927, strangolata da una lunga sciarpa da lei indossata che si impigliò fatalmente fra i raggi della ruota posteriore della Bugatti sulla quale era appena salita salutando gli amici.

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