La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

la forte Frida

FRIDA KAHLO: artista tormentata

Ha sempre dipinto la sua realtà, non i suoi sogni, come ebbe a dire lei stessa in un’intervista per Time Magazine.

FRIDA KAHLO: artista tormentata

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, la forte Frida, nasce a Coyoacán, un sobborgo di Città del Messico il 6 luglio 1907. Suo padre Guillermo era un fotografo ebreo di origine tedesca e sua madre Matilde Calderòn y Gonzalez era una benestante messicana di origine spagnola.

La forte Frida negli anni della crescita

A sei anni la sua gamba destra non era ancora ben sviluppata e tutti pensarono che fosse poliomielite. In realtà Frida era affetta da spina bifida e questa diagnosi errata complicò il recupero dell’arto rendendola claudicante al punto che ella cercò sempre di nasconderlo: prima indossando i pantaloni e poi adottando quei gonnelloni lunghi tipici messicani.

Fin dall’adolescenza manifesta una personalità molto forte unita ad un singolare talento artistico, ad uno spirito indipendente e passionale riluttante verso ogni convenzione sociale.

Durante il periodo del liceo si lega ad un gruppo di studenti sostenitori del socialismo nazionale, ammiratori del rivoluzionario Josè Vasconcelos.

Il 17 settembre 1925, all’età di 18 anni, all’uscita di scuola Frida salì sull’autobus per tornare a casa e pochi minuti dopo rimase vittima di un terribile incidente: l’autobus finì schiacciato contro un muro.

Le conseguenze furono per lei devastanti: la colonna vertebrale si spezzò in tre punti, si frantumò il collo del femore e alcune costole, la gamba sinistra riportò undici fratture, la spalla sinistra lussata e l’osso pelvico anch’esso spezzato in diversi punti. Inoltre, un corrimano dell’autobus le trapassò l’addome da parte a parte.

Subì 32 operazioni chirurgiche e, dimessa dall’ospedale, fu costretta ad anni di riposo a letto col busto di gesso.

Questa situazione la spinse a leggere molti libri, specie sul movimento comunista, e a dipingere.

Verso la ripresa

Il suo primo lavoro fu un autoritratto e ciò convinse i genitori a regalarle un letto a baldacchino con un grande specchio sul soffitto in modo che potesse vedersi bene.

Cominciò così una serie di autoritratti.

Dopo che le fu rimosso il gesso riuscì con fatica a camminare ed a fare piccoli spostamenti ma i forti dolori non la lasciarono mai più.

La forte Frida quindi si dedicò con passione alla pittura e, nonostante il dolore fisico e psichico dei postumi dell’incidente, continuò ad essere la ragazza ribelle, anticonformista e vivace che era prima.

Un giorno decise di sottoporre i suoi dipinti a Diego Rivera, illustre pittore dell’epoca, per avere un suo giudizio: Rivera rimase molto colpito dallo stile di Frida, tanto che la prese sotto la sua ala protettrice e la inserì nella scena politica e culturale messicana. Divenne attivista del Partito Comunista Messicano, partecipò a numerose manifestazioni e, nel 1929, sposò Diego Rivera, uomo alto, imponente, grasso e piuttosto trasandato, ma geniale, allegro, irruente e famoso per essere un dongiovanni.

La forte Frida e gli scherzi della vita

Negli anni ’30 a Diego furono commissionati alcuni lavori negli Stati Uniti, come la decorazione del muro all’interno del Rockefeller Center di New York e gli affreschi per l’esposizione universale a Chicago ma, a causa delle opere dissacranti da lui realizzate, tra cui il dipinto di un operaio col volto di Lenin, tali commissioni gli furono revocate.

Mentre erano a New York e si accingeva ad organizzare una grande mostra personale, Frida si accorse di essere incinta ma, a causa del suo fisico prostrato, ebbe un aborto spontaneo che la scosse molto e indusse i coniugi a tornare in Messico.

I due decisero di vivere in due case separate, collegate da un ponte, in modo da avere i propri spazi artistici.

Dal 1938 l’attività pittorica di Frida si intensificò virando verso uno stile naïf che la portò a dipingere piccoli autoritratti ispirati all’arte popolare ed alle tradizioni precolombiane.

Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizzò uno degli aspetti fondamentali della sua arte.

L’estremo surrealismo

Nel 1938 il poeta surrealista André Breton rimase molto colpito dalle sue opere e l’anno dopo le organizzò una mostra a Parigi, città in cui Frida poté frequentare i surrealisti facendosi scortare con tanto di letto a baldacchino nei caffè e nei nightclub alla moda.

Quello che può essere considerato il suo lavoro più surrealista è il quadro “Ciò che l’acqua mi ha dato” in cui immagini di paura, sessualità, memoria e dolore galleggiano nell’acqua di una vasca da bagno dalla quale affiorano le gambe dell’artista.

Estremamente surreale è anche il suo diario personale, cominciato nel 1944 e tenuto fino alla morte, una sorta di monologo interiore scandito da immagini e parole.

Nel diario descrive la sua appassionata storia d’amore con Rivera ma racconta anche dei suoi numerosi amanti di ambo i sessi tra cui il russo Lev Trotsky, esule in Messico.

Nel 1939 Frida e Diego divorziarono a causa dei molti tradimenti reciproci ma, soprattutto, per il tradimento di lui con Cristina Kahlo, sorella di Frida.

Un anno dopo Diego tornò da Frida dicendo di non aver mai smesso di amarla e la chiese nuovamente in moglie. Si risposarono a San Francisco nel 1940.

Nel 1953 a Città del Messico si inaugurò una sua importante mostra pittorica.

L’anno successivo, il 13 luglio 1954, la forte Frida muore nella sua città natale a causa di un’embolia polmonare all’età di 47 anni.

Fu cremata e le sue ceneri sono conservate nella sua stessa casa oggi sede del museo Frida Kahlo.

Le ultime parole che scrisse sul suo diario furono: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.

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