Il cervello è più ampio del cielo.
La poetessa statunitense Emily Dickinson nacque il 10 dicembre 1830 ad Amherst, una cittadina del Massachusetts, da una famiglia di estrazione borghese e di solidi principi puritani. Il clima familiare era molto rigido e soprattutto il padre assumeva atteggiamenti austeri e severi con i figli.
Gli studi della Dickinson non furono regolari e le sue amicizie furono scarse. Durante gli anni delle scuole superiori decise, di sua spontanea volontà, di non professarsi pubblicamente cristiana, come invece prevedeva la moda dei revival religiosi dell’epoca. Il padre stabilì di allontanarla dal College femminile di Mount Holyoke onde evitarle problemi di salute. A proposito del genitore, la poetessa espresse un giorno il seguente giudizio: “Mio padre è troppo impegnato con le difese giudiziarie per accorgersi di cosa facciamo. Mi compra molti libri ma mi prega di non leggerli perché ha paura che scuotano la mente”.
L’amore, la natura, la morte, l’eternità sono i temi della sua poesia, che l’autrice sviluppa creando un rapporto di opposti: amore/morte; natura magica/natura distruttrice; quotidiano/eterno; egocentrismo/altruismo.
Le sue descrizioni sono precise, esatte nei particolari, e attraverso esse Emily Dickinson esprime non la semplice realtà oggettiva, ma la sua percezione e il proprio modo di essere. Il suo stile è fortemente innovativo rispetto alla tradizione poetica anglosassone del secondo Ottocento; nei suoi componimenti Emily Dickinson sovrappone ritmi diversi, riduce la punteggiatura, costruisce una sintassi volutamente complessa.