

Édith Piaf: la voce di un usignolo e la forza di una donna
Édith Piaf: la voce di un usignolo e la forza di una donna
Il padre era contorsionista in un circo e la madre una cantante di strada, nata a Livorno ma di origini arabe.
L’infanzia funesta della voce da usignolo
Per i primi due anni di vita venne affidata alle cure della nonna materna Aîcha, una donna berbera che per vivere faceva l’ammaestratrice di pulci e che non ebbe nessuna attenzione per la piccola.
Fu allora affidata alla nonna paterna, Louise Descamps, tenutaria di un bordello a Bernay. Édith visse dentro al bordello per tutto il tempo delle elementari.
All’età di otto anni il padre la riprese con se e iniziò a portarla in giro per la Francia: lui si esibiva con il Circo Caroli ed Édith si occupava dei lavori di casa e del mantenimento della roulotte in cui vivevano.
Dopo qualche mese, Louis decise di abbandonare il circo per esibirsi da solo in strada, usando la bambina per chiedere l’elemosina.
Un giorno, visto che non riuscivano a rimediare nulla, il padre promise al pubblico antistante che la bambina si sarebbe esibita in un doppio salto mortale ma Édith, impaurita, rimediò subito intonando una canzone.
Fu così che Édith Piaf cominciò a cantare per strada.
L’anno dopo Louis si accasò con un’altra donna, Jeannette, da cui nacque la figlia Denise Gassion, sorellastra di Édith.
La fuga di Edith
Insofferente però a quel nuovo clima domestico, a 14 anni, Édith abbandonò la casa del padre e con un’amica di miseria, Simone Berteaut detta Momone, costituì un duo canoro per esibirsi in tutte le strade di Parigi.
A 17 anni conobbe Louis Dupont, suo primo uomo e padre dell’unica figlia di cui rimase incinta.
Dopo pochi mesi felici il ménage familiare cominciò a non funzionare più ed Édith decise di riprendere la vita di strada, cantando e portando con sé la figlia Marcelle.
Dopo più di un anno itinerante Louis decise di riprendersi la bambina per levarla a Édith ma, non riuscendo a badare adeguatamente alla piccola e lasciandola spesso sola in casa, Marcelle si ammalò di meningite e morì all’età di due anni.
Per Édith fu un dolore devastante.
Duramente provata, a 20 anni la voce da usignolo viene scoperta dall’impresario Leplée e, nel 1935, debutta con lo pseudonimo “la Môme Piaf”.
Môme Piaf riscuote subito un grande successo e molti sono i personaggi famosi che accorrono ad ascoltarla.
Il trionfo della voce da usignolo
Dopo la morte di Leplée ed un periodo complicato in cui Édith frequenta molti uomini, arriva finalmente il meritato trionfo in un locale di Parigi e, in quella occasione, Môme Piaf trasforma il suo nome definitivamente in Édith Piaf dove, nel gergo parigino, Piaf significa “usignolo”.
Durante la seconda guerra mondiale Piaf canta per i soldati tedeschi che occupano la Francia ed è in quel periodo che si innamora di Yves Montand.
Il legame tra i due è artistico ed affettivo ma, non appena Montand comincia ad avere successo, non esita a sciogliere il sodalizio abbandonandola e, nel 1945, Édith scrive le parole della celeberrima “La vie en rose”.
Nel 1946 parte alla volta degli Stati Uniti per una tournée piena di canzoni, di entusiasmo e di speranze ma l’accoglienza del pubblico americano è fredda e distratta. Solo l’articolo del famoso critico musicale Virgil Thompson, qualche tempo dopo, parlandone in maniera molto positiva, fa sì che per la Piaf anche in America si spalanchino le porte del successo.
Nel 1947, durante un pranzo a New York, le viene presentato il pugile Marcel Cerdan, campione dei pesi medi, di Casablanca, sposato e padre di tre figli.
Inizia così tra loro una relazione clandestina di grande amore e di passione, con continui viaggi da parte di entrambi per potersi abbracciare.
Ma la felicità, purtroppo, dura poco: nel 1949 l’aereo che trasporta Cerdan precipita in mare.
La vita verso le trasgressioni
La sera stessa Édith, durante lo spettacolo, in preda al dolore ed imbottita di farmaci, sviene tanta era la depressione.
Dopo un attacco di artrite reumatoide ed un brutto incidente di macchina, inizia a fare uso di morfina.
Da quel periodo in poi la sua vita comincia ad essere più trasgressiva, irrequieta, intensa così come il suo modo di cantare sempre più aspro e straziante ma meraviglioso.
Dopo i successi americani ed ormai famosissima in tutto il mondo, torna definitivamente a Parigi dove apre la sua splendida casa vittoriana alla famiglia di Cerdan dando ai figli del pugile la possibilità di un’istruzione prestigiosa.
Édith ha il cuore attanagliato dal dolore e si tuffa in una serie di liaison con estranei e collaboratori più o meno interessati solo alla fama più che al sentimento.
Nel 1952 sposa l’artista lirico Jacques Pills ed il loro sodalizio sentimentale e lavorativo li porta di nuovo in giro per il mondo facendo loro riscuotere ancora successi.
Tutto il decennio degli anni ‘50 è per Édith un trionfo artistico planetario in cui la voce da usignolo Piaf, spesso ricoverata in clinica per le precarie condizioni di salute, riceve premi, recita a teatro, gira parti cinematografiche ma soprattutto incontra e diviene amica di moltissimi personaggi importanti del mondo della musica, del teatro, della politica e della cultura.
Alla fine del 1958 divorzia da Pills e ricomincia la sua turbolenta vita sentimentale in una girandola di giovani artisti.
Verso lo spegnersi della voce da usignolo Piaf
La prima parte del ‘60 è un periodo di riposo e di convalescenza per la Piaf che a fine dicembre fa la sua grande rentrée all’Olympia di Parigi con uno spettacolo memorabile in cui sfoggia una verve ed una drammaticità eccezionali. In tale occasione presenta la sua famosa “non, je ne regrette rien”.
Dopo alcune tournée è di nuovo costretta a fermarsi per la fragile salute ed in questa occasione conosce il giovane Théophanis Lamboukas.
Theo, come lo chiama lei, la veglia e la accudisce amorevolmente e nell’ottobre del 1962 si sposano.
Édith insegna a cantare al giovane marito ed insieme si esibiscono in vari spettacoli ma, nel 1963, una broncopolmonite la colpisce duramente e la costringe a fermarsi.
Dopo un’estate movimentata da continui spostamenti, nell’ottobre del ‘63, nella sua villa di Grasse, si spegne.
Ai suoi funerali, tenutisi a Parigi, presero parte migliaia di persone arrivate da ogni parte del mondo. Il Prefetto cittadino affermò che non si era mai vista una tale mobilitazione popolare dal giorno della Liberazione nel 1945.
Il suo corpo riposa nel cimitero parigino delle celebrità, il Père Lachaise. L’elogio funebre fu scritto da Jean Cocteau che però morì d’infarto poche ore dopo aver appreso la notizia della morte di Édith.
Nel 1982 le è stato dedicato l’asteroide numero 3772.