La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Danza e corpo Graham

Martha Graham e la danza a servizio del corpo: forma di linguaggio ed espressione

“La danza è una canzone del corpo, sia essa di gioia che di dolore”
Martha soleva citare spesso questo suo pensiero ed infatti, per tutta la vita, attraverso la sua arte non fece altro che esprimere la sua passione esistenziale.

Martha Graham e la danza a servizio del corpo: forma di linguaggio ed espressione

Danza e corpo GrahamDanza e corpo Graham nacque nel Maggio del 1894 a Pittsburgh, in Pennsylvania, Stati Uniti. Martha Graham figlia di un medico benestante, fu molto affascinata fin da piccola dal corpo umano ed in particolare dalle sue funzioni che applicò più tardi al suo stile di danza.

Danza e corpo Graham

Durante l’adolescenza, assistendo ad uno spettacolo teatrale della celebre ballerina Ruth St. Denis, rimase folgorata da tanta bellezza e decise di intraprendere la via della danza.

Si iscrisse quindi alla scuola di ballo proprio della St.Denis, la Denishawn School e vi studiò fino al 1920.

L’obiettivo della scuola era quello di superare i rigidi dettami della danza classica e, spesso, ai consueti allenamenti alla sbarra, venivano anche affiancate sedute di yoga e danze orientali.

Alla Denishawn Martha rivelò le sue grandi doti personali e per questo entrò a far parte della Compagnia di ballo della scuola.

Qui conobbe Louis Horst, un compositore più grande di lei e tra i due si consolidò un sodalizio artistico molto proficuo.

Nel 1923, i due lasciarono la scuola e si trasferirono a New York dove Martha, oltre ad insegnare, iniziò a creare le sue prime coreografie.

Martha e la sua scuola

Dopo quasi vent’anni di studio e di esibizioni, nel 1927 aprì la sua Martha Graham School of Contemporary Dance a New York.

Qui mise a punto la sua tecnica che si basava sul respiro, principale atto fisiologico dell’uomo, ed era incentrata sul bacino, perché è da lì che ha origine la vita.

Danza e corpo Graham ha il suo principio conduttore, l’alternanza di “contrazione” e “rilascio”.

La dinamica prodotta nella spina dorsale dal movimento “contraction-release” è assimilabile a quello dell’arco da cui scocca la freccia.

Furono anni molto proficui e dalla sua scuola presero forma spettacoli indimenticabili per gli esperti del settore come “Death and Entrance”, “Appalachian Spring”, “Errand into the Maze”, “Night Journey”.

Molti importanti danzatori lavorarono nella sua compagnia e, attraverso la sua scuola, passarono allievi celebri come Nureyev, Baryshnikov, Woody Allen, Madonna.

Il suo viso, il suo esile corpo, le sue coreografie, furono documentati attraverso l’opera di grandi fotografi tra cui Barbara Morgan, che realizzò una grande opera fotografica sulle metamorfosi del corpo di Martha, poi Merce Cunningham, Josè Limón e Doris Humphrey.

Danza e corpo Graham, si abbassa il sipario

Intorno agli anni ‘70, all’età di settantasei anni, danzò per l’ultima volta ma, l’abbandono delle scene le procurò un lungo periodo di depressione.

Ottenne numerosi riconoscimenti ufficiali: dopo aver ballato alla Casa Bianca per ben sette presidenti, Gerald Ford le conferì la Medaglia Presidenziale della Libertà e nel 1984 ricevette la Legion d’Onore dal governo francese.

Morì nel 1991, a 96 anni, quando ancora lavorava al perfezionamento del balletto di nome “The Eye of Goddess”, che sarebbe andato in scena l’anno successivo per l’apertura dei Giochi Olimpici a Barcellona.

Da molti è considerata la più grande ed innovativa danzatrice statunitense del XX secolo, nonché la “madre” della danza moderna.

La sua arte, basata sul linguaggio del corpo, come un fiume in piena influenzò non solo il balletto ma anche molti altri mondi artistici dell’epoca.

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