

Coco Chanel: quando la genialità detta uno stile senza tempo
Coco Chanel: quando la genialità detta uno stile senza tempo
Chanel, donna senza tempo dal principio
Nel 1904, in un caffè concerto, conobbe Étienne de Balsan, suo primo amante figlio di imprenditori tessili ed ufficiale di cavalleria che la invitò a trasferirsi nel suo castello, a Royallien, e finanziò le sue prime creazioni.
Nel 1909, sempre grazie all’aiuto di Balsan, Coco iniziò a realizzare i suoi primi cappelli rivoluzionando lo stile dell’epoca: in quel tempo i copricapo erano di sontuosi ed elaborati perciò, i cappellini leggeri di paglia di Chanel fecero subito scalpore.
Attraverso la rete di amicizie di Balsan, Coco Chanel formò così la sua prima clientela.
Presso la residenza del suo amante, Chanel incontrò quello che viene considerato “l’amore della sua vita”, Boy Capel, un industriale del carbone di Newcastle. I due si fidanzarono ed andarono a vivere a Parigi dove Capel le finanziò l’apertura della sua prima boutique in Rue Cambon 21.
Un intero ed unico stile Chanel
Dopo circa un paio d’anni, oltre ai cappelli, Coco cominciò a vendere anche altri capi di vestiario come gonne, maglioni e qualche vestito, focalizzando i colori sul bianco e il nero. Ella sosteneva che il nero ed il bianco sono colori che contengono tutti gli altri e sono di una bellezza assoluta.
Nel 1913 aprì un nuovo negozio a Deauville, località balneare molto in voga in cui, nel ‘14, allo scoppio della guerra, si trasferirono le famiglie più facoltose di Francia e così la Chanel Modes decollò.
Tutto lo stile Chanel si rifaceva alla vita comune delle persone e rompeva completamente gli schemi con la moda femminile in voga fino ad allora: ai rigidi corpetti e ai colori tetri ed opachi contrapponeva un abbigliamento pratico, leggero e brillante; fu così diventò all’effettivo Coco Chanel, donna senza tempo.
Sull’onda del successo di Deauville, nel 1915 Chanel Modes aprì un altro negozio a Biarritz, sulla costa atlantica e, due anni dopo, i laboratori Chanel erano già cinque e 60 sarte impegnate in modo continuativo a confezionare abiti solo per ricche signore.
Fu in quegli anni che Coco ebbe un’altra intuizione geniale: introdusse l’uso del Jersey, una stoffa fino ad allora mai usata per la moda femminile.
Fu una vera novità ed ancora oggi Chanel è nota per le sue creazioni in Jersey.
Con l’aiuto di Capel, nel 1917, riuscì ad ampliare la sua attività arrivando a 300 lavoranti. Nello stesso anno, durante una festa, indossando un cappotto da lei stessa cucito, Coco attirò l’attenzione di Misia Sert, una pianista di origini polacche con cui legò moltissimo e che la introdusse nel mondo degli artisti e degli intellettuali. Conobbe così Paul Morand, Pablo Picasso, Jean Cocteau, Igor Stravinsky.
Nel 1918 rese al suo amante la somma completa che le aveva prestato.
Nello stesso anno Capel, per rinforzare la sua posizione sociale, sposò una ragazza dell’aristocrazia ma, anche dopo le nozze, protrasse la relazione con Coco fino a tutto l’anno successivo.
Chanel, donna senza tempo l’ascesa dopo il dolore
Sempre nel ‘19, Capel morì in un incidente d’auto e Coco, straziata dal dolore, si buttò a capofitto nel lavoro.
Negli anni venti, a causa di un piccolo incidente domestico, Chanel lanciò la moda dei capelli corti e tutte le giovani donne iniziarono a copiare il suo taglio.
Tutti gli anni ‘20 furono per Chanel una continua ascesa al successo: lanciò l’iconico tubino nero, inventò il profumo Chanel n°5, rivoluzionò totalmente le regole della moda fino a creare uno stile completamente nuovo e profondamente moderno.
Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto al ginocchio, abbassò il punto vita, promosse l’utilizzo del Jersey, dello stile alla marinara e introdusse l’uso dei pantaloni femminili.
Secondo lei la nuova donna del XX secolo non afferma la propria femminilità per contrasto bensì per paradosso, cioè attraverso la rivisitazione di abiti maschili.
La guerra, il nazismo e la rinascita
A metà degli anni ‘30 la maison Chanel contava ventimila dipendenti ma, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, fu costretta a chiudere.
Chiudendo, Chanel espresse disprezzo per gli ebrei ed ebbe sempre posizioni vicine al nazismo.
Intraprese varie relazioni con membri delle SS e del controspionaggio tedesco e partecipò attivamente ad una missione segreta escogitata da Heinrich Himmler.
Fu però tradita e denunciata da una sua accompagnatrice e dopo un lungo interrogatorio ed aver rischiato l’arresto, si rifugiò prima in Svizzera e poi a New York. Negli anni in cui Chanel sì assentò, sul panorama europeo della moda si affacciò Christian Dior, che aprì il suo salone a Parigi nel 1946.
Dior rinviava al passato, ai bustier, alle gonne lunghe fino alle caviglie.
Chanel, donna senza tempo, non apprezzò il recupero dei vecchi canoni e sostenne il proprio sdegno verso Dior con queste parole “non veste donne ma addobba poltrone”.
Nel 1953, tornata a Parigi, in occasione di un importantissimo ballo annuale, Coco usò una tenda per improvvisare un abito indossato da Marie-Hélene de Rotscild.
L’abito fece un tale scalpore che riportò Chanel nel gota della moda. La proposta di Chanel nell’anno della sua riapertura fu il tailleur di tweed, con giacca corta e bottoni dorati. Inoltre lanciò la famosa borsetta 2.55, trapuntata e con tracolla a catenella intrecciata al cuoio.
Negli anni ‘60, grazie alla collaborazione con il calzolaio francese André Massaro, creò anche la linea di scarpe tra cui il famoso sandalo bicolore.
Chanel morì nel gennaio del 1971 in una camera dell’hotel Ritz all’età di 87 anni.
Lasciò il suo patrimonio alla fondazione Coga da lei creata nel 1965 a Vaduz. La maison, dopo vari avvicendamenti tra cui Karl Lagerfeld, dal 2019 è diretta dalla francese Virginie Viard.