La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

il grande creativo del cinema

Charlie Chaplin, capostipite del Grande Cinema

Charlie Chaplin, capostipite del Grande Cinema

Una delle personalità più creative ed influenti del cinema di tutti i tempi. Emblema dell’alienazione umana nell’era del progresso economico industriale. Oltre 76 anni di carriera nel campo dello spettacolo; autore di più di 90 film e 100 corti diretti prima ancora di compiere trent’anni. Decimo posto tra le più grandi star della storia del cinema secondo l’American Film Institute.

il grande creativo del cinemaCharlie Chaplin nasce il 16 aprile del 1889 su un carro di zingari in un sobborgo di Londra. Il grande creativo del cinema fu figlio d’arte, con il fratello più grande di quattro anni non ebbe un’infanzia felice.

L’infazia tormentata

Appena nato infatti il padre, attore, partì per una tournée in America e la madre, anch’ella attrice seppur di meno successo, intraprese una relazione con un cantante piuttosto in voga all’epoca da cui ebbe anche un altro figlio.

Il padre di Charlie, a seguito del tradimento subito, si separò dalla madre alla quale spettarono pochi spiccioli mensili per il mantenimento dei figli. Le precarie condizioni finanziarie costrinsero Charlie ed il fratello maggiore a due anni tra collegi ed istituti per orfani. Nonostante le tristi circostanze, fu proprio la madre e la sua vicinanza a forgiare il talento artistico del piccolo Charlie che, già all’età di sette anni, solcò per la prima volta il palcoscenico.

L’affermarsi del grande creativo del cinema

Nel 1898 si trasferirono a Manchester e dopo soli tre anni di scuola, grazie alle conoscenze del padre, Charlie entrò a far parte di una vera e propria compagnia teatrale. Qualche anno dopo, grazie invece al fratello, ottenne una parte secondaria in uno spettacolo che sarebbe andato in scena in un teatro di Londra. Successivamente riesce ad avere un’altra piccola parte in un nuova rappresentazione che gli procurerà la sua prima recensione positiva e di lì a poco conquisterà un ruolo fisso in teatro.

Ne frattempo la salute fisica e mentale della madre peggiorano e Charlie fin da subito, poi con il fratello, se ne prendono cura sino a donarle una villa in California in cui ella passerà gli ultimi anni della sua vita fino alla morte.

La carriera che avanza ed il mimo

Le seguenti esperienze lavorative, perlopiù circensi, gli permisero di apprendere e sperimentare l’arte del mimo. In breve Chaplin divenne un elemento cardine della nuova compagnia e sul suo personaggio fu costruito un atto unico che gli fornì l’occasione per esibirsi sia a Parigi che negli Stati Uniti. Fu proprio qui che un produttore lo notò e lo mise sotto contratto per la casa cinematografica Keystone per ben 175 dollari alla settimana. L’esordio nell’ancora acerbo mondo del cinema avviene con due cortometraggi, ma sarà il terzo, l’anno successivo, a consacrarlo “il vagabondo” con cui è rimasto nell’immaginario di tutti: bombetta in testa, baffetti, bastone da passeggio, pantaloni sformati e scarpe vecchie.

La popolarità di Chaplin

Dopo la realizzazione dei primi trentacinque cortometraggi, fu veloce il passaggio ad una nuova casa di produzione che gli offriva addirittura 1.250 dollari a settimana e per la quale il grande creativo del cinema si trasferì a Chicago. In linea con il cachet e la popolarità, cresceva per lui anche l’amore del pubblico, il quale apprezzava le storie che raccontava, ricche di umanità e sentimento. Era ormai un attore affermato, che disponeva anche di uno studio personale con relativo staff, una sala per le proiezioni, uffici ed alloggi per gli attori.

Evidentemente non bastandogli tutto questo, nel 1918 decise di mettersi in proprio avviando una sua casa di produzione e, grazie anche all’aiuto del fratello, divenuto suo procuratore, riuscì ad ottenere un cachet mai corrisposto prima di allora ad un attore: un milione di dollari.

Il sonoro nel cinema e la vita privata

Nello stesso anno sposò una donna che gli fece credere di essere rimasta incinta, ma che invece ebbe una gravidanza solo dopo il matrimonio e dalla quale nacque un bambino che non sopravvisse più di tre giorni. Dopo appena due anni i due divorziarono. Nel giro di un altro paio di anni Chaplin si sposa nuovamente e diventa padre due volte, ma dopo poco divorzia anche dalla seconda moglie.

Nel frattempo nel mondo cinematografico stava avvenendo un grande cambiamento: l’introduzione del sonoro e Charlie ebbe non poche remore al riguardo, tanto da decidere di “seppellire” definitivamente il personaggio che lo aveva reso noto proprio perché non avrebbe saputo che voce dargli e come farlo parlare.

Sembrerebbe che successivamente abbia avuto un’altra relazione, con l’attrice del suo capolavoro “Tempi Moderni”, che i due si siano anche sposati ed abbiano divorziato qualche anno dopo. Tuttavia non è stato mai possibile dimostrare l’effettivo matrimonio perciò su questo episodio restano sospetti.

Nel ’42 conobbe la figlia, allora diciassettenne, di un grande drammaturgo dell’epoca e un anno dopo la sposò, dando scandalo per via dell’enorme differenza di età. Con questa quarta ed ultima moglie però ebbe otto figli e visse gli ultimi giorni felici della propria vita ritirandosi nella quieta Svizzera.

Durante gli anni della Guerra Fredda gli venne ingiustamente affibbiata un’ideologia comunista, quand’egli aveva sempre specificato di essere un progressista e un pacifista ma non certamente socialista. Questo lo tenne lontano dagli Stati Uniti impedendogli anche l’assegnazione di onorificenze dall’intero mondo anglosassone.

Superato il terribile periodo storico gli furono riconosciuti tutti i premi ed i meriti che gli spettavano, così egli tornò a far visita in tutti i Paesi da cui si era tenuto lontano quegli anni. Si spense la notte di Natale del 1977, all’età di 88 anni e per lui tutte le personalità più influenti del mondo dello spettacolo spesero care ed ossequiose parole.

L’intramontabile genialità: il grande creativo del cinema

Una delle cose più incredibili del grande creativo del cinema è che non scriveva né progettava nulla dei suoi film, teneva tutto a mente ed ogni volta spiegava le scene agli attori prima delle riprese.

La sua genialità è incontestabile ma ciò che più ci colpisce è la determinazione con cui egli decise di emergere, fin da subito; l’ambizione di una vita migliore che comunque non gli annebbierà mai le sensazioni di sofferenza che le sue origini gli avevano procurato e che lui sarà sempre in grado di descrivere attraverso la sua arte.

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“SPREAD ART, INSPIRE PEOPLE.”

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