

Golda Meir l’unica donna Primo Ministro di Israele
Prima donna a guidare il governo di Israele, Golda Meir fu spesso definita “l’unico vero uomo della politica israeliana”.
Golda Meir l’unica donna Primo Ministro di Israele
I primi passi partecipativi della biografia di Golda Meir
Nel 1903 si trasferisce con la famiglia a Pinsk, l’attuale Bielorussia, dove, a soli cinque anni, partecipa alle manifestazioni di protesta contro un pogrom particolarmente violento. Tre anni più tardi la famiglia raggiunge gli Stati Uniti, dove il padre si era precedente recato per preparare il loro trasferimento e si stabiliscono a Milwaukee, nel Wisconsin.
A quattordici anni, dopo un forte litigio in famiglia, Golda lascia la casa genitoriale e si trasferisce a casa della sorella a Denver, in Colorado. In casa erano soliti organizzare dei dibattiti culturali con giovani studenti ebrei, su argomenti di carattere letterario, sul femminismo, sul pensiero sionista.
Durante la permanenza a Denver, la Meir conosce Morris Meyerson che il 24 Dicembre del 1917 diviene suo marito e da cui prenderà il nome abbreviato Meir che la renderà famosa in tutto il mondo. Golda Meir si laurea alla Milwaukee Normal School e, diventando insegnante, inizia a lavorare in una scuola yiddish. Si fa notare per il suo impegno politico nel gruppo sionista laburista e nel ’18 partecipa al Congresso degli Ebrei Americani in qualità di delegata rappresentante di Milwaukee.
Il viaggio di Golda Meir
Nel 1921 la coppia lascia l’America per trasferirsi in Palestina. Dopo un lunghissimo viaggio in nave che li porterà a toccare anche l’Italia, raggiungono Tel Aviv e si stabiliscono in un Kibbutz, una forma di vita associativa basata su regole rigidamente egualitarie e sul concetto di proprietà collettiva.
Dopo tre anni nel Kibbutz, a causa della nascita del figlio Menahem e di una malattia di Morris, la famiglia si sposta a Gerusalemme. Qui Golda viene assunta come tesoriera in una delle più importanti organizzazioni economiche israeliane. A partire dal 1928 ricopre la carica di segretaria dell’Unione Donne Lavoratrici e, l’anno successivo, aderisce al neonato partito Mapai, partito dei lavoratori di ispirazione socialista che più tardi confluirà nel Partito Laburista di Israele.
L’attivismo sociale nella biografia di Golda Meir
Al termine del secondo conflitto mondiale, il 14 Maggio del 1948, viene proclamata la nascita dello Stato di Israele e la Meir diviene membro del Consiglio Provvisorio di Stato e una dei firmatari della Dichiarazione di Indipendenza: due sole donne su ventiquattro firmatari.
Ambasciatrice di Israele presso Mosca prima, e membro del Knesset (il parlamento israeliano) poi, agisce sempre in stretto contatto con Ben-Gurion, il fondatore dello Stato di Israele nonché il Primo Ministro.
La Meir è conscia dell’ enorme lavoro che la aspetta: risolvere i problemi di sicurezza sociale che affrontano i nuovi coloni israeliani e cercare di superarli attraverso l’assegnazione di case e di posti di lavoro. Nel ’49, nonostante vivessero separati da anni, muore Morris e per Golda è un immenso dolore. Nel 1956 viene nominata Ministro degli Esteri ed avvia una politica di costruzione del paese attraverso il favoreggiamento di una massiccia immigrazione degli ebrei sparsi per il mondo verso la terra Santa.
L’arrivo dall’Europa, però, è subordinato a requisiti quali la giovinezza, la salute, l’attività lavorativa avviata. Nel 1963 lo scorrere della biografia di Golda Meir viene segnato dal punto di vista della salute, le viene diagnosticato un linfoma e, dopo cinque anni di segretariato generale del Partito Laburista, si ritira dalla scena politica.
In breve tempo, però, all’interno del partito cominciano lotte e malumori che fanno rischiare una spaccatura e Golda Meir, nonostante la malattia, non riesce a resistere al richiamo della politica: poco prima del suo settantunesimo compleanno viene eletta Presidente del Partito Laburista ed il 17 Marzo del 1969 è nominata Primo Ministro di Israele.
È la prima donna nella storia a ricoprire tale carica e, come primo ministro, stringe ottimi rapporti con gli Stati Uniti incoraggiando fortemente l’immigrazione della comunità ebraica americana nella terra di Israele.
Gli ultimi anni di una gran donna
Nel 1972, durante lo svolgimento delle Olimpiadi a Monaco di Baviera, un commando di palestinesi irrompe nell’hotel destinato agli israeliani e prende in ostaggio la delegazione degli atleti rivendicando la liberazione di alcuni prigionieri politici palestinesi. Il ricatto non ha alcuna presa sul governo Meir e, tenendo la linea della fermezza, dopo un improvvisato blitz ad opera della polizia tedesca, tutti gli ostaggi ed otto terroristi vengono uccisi.
Tale episodio, passato alla storia come “il massacro di Monaco”, dà il via da parte della Meir e per mezzo dei servizi segreti, ad una vasta opera di repressione verso i palestinesi sospetti. Dopo alcuni mesi Israele subisce un attacco militare da parte di Egitto e Siria ma, grazie all’aiuto degli Stati Uniti, il governo Meir riesce a vincere il conflitto.
L’evento bellico lascia un caos politico e Golda, ormai raggiunti i settantasei anni, decide di lasciare la politica attiva.
Rimane una voce importante all’interno del partito e scrive la sua biografia. Muore a Gerusalemme nel dicembre del 1978 divenendo un’icona della storia del mondo del secondo dopoguerra.