La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

Aretha regina del Soul

ARETHA FRANKLIN: la regina del soul

Dotata di una voce estremamente potente in tutti i gradi di estensione e per quel velo di malinconia di cui i brani da lei interpretati sono permeati, Aretha Franklin è definita una delle più grandi cantanti di tutti i tempi.

ARETHA FRANKLIN: la Regina del Soul

Aretha regine del SoulAretha, regina del Soul, Louise Franklin nacque a Memphis il 25 marzo del 1942 da un padre predicatore battista e da una mamma cantante gospel. Alla separazione dei genitori si trasferì con le sorelle ed il padre a Detroit, dove venne in contatto con future stelle del mondo musicale.

Aretha regina del Soul

Durante le funzioni religiose tenute dal padre, le sorelle Franklin cantavano nel coro e Aretha suonava anche il pianoforte di accompagnamento.

Nonostante due maternità molto precoci, Aretha mostrò subito una grande passione per il gospel ed una grande determinazione nel voler entrare nel mondo della musica da professionista.

Ancora quindicenne, e già mamma di due bambini, negli anni cinquanta firma il suo primo contratto con la casa discografica Columbia Records e riesce a portare al successo alcuni 45 giri.

Nel 1961 sposa Ted White che diviene anche suo manager alla Columbia ma che, ben presto, si rivela violento ed ambiguo.

I primi dischi, troppo pop per le sue corde, non ottengono il successo sperato e così la Columbia la licenzia lasciandola libera di firmare con l’Atlantic.

È proprio il passaggio alla nuova casa discografica a regalare al mondo la vera Aretha Franklin permettendole di esprimersi e di interpretare i brani seguendo le proprie emozioni più profonde e nascoste: Aretha può dare voce alla grande tristezza e alle amarezze precoci della vita affermandosi come “Aretha Regina del Soul”.

La fama, il dissenso, il successo

In quegli anni Aretha consegue anche notorietà internazionale e diviene motivo di orgoglio per le minoranze di colore americane, soprattutto con il brano “Respect” di Otis Redding, che assurge persino ad inno dei movimenti femministi e per i diritti civili.

Nel 1969, dopo una relazione di continui soprusi e dopo un periodo di alcolismo, divorzia da Ted White e finalmente può dedicarsi completamente alla musica dominando le classifiche, ottenendo numerosi album d’oro e di platino e piazzando quasi tutti i suoi brani singoli nella Top 10 Billboard.

Negli anni ’70, dopo varie fruttuose collaborazioni con artisti del calibro di Quincy Jones, il successo dell’emergente disco music causa ad Aretha un periodo di non consenso da parte della critica e del pubblico, cosa che la porta ad essere licenziata dalla Atlantic Records.

Nel 1980 ottiene una parte nel famoso film “The Blues Brothers” e nello stesso anno firma con la nuova casa discografica Arista Records che la fa tornare al successo.

Durante la prima metà degli anni ’80, grazie all’album “Jump To It” che la riporta in cima alle classifiche, incide alcuni duetti memorabili con, tra gli altri, George Michael e gli Eurythmics.

Aretha regina del Soul, “Nessun dorma”

Nel 1998, alla serata di consegna dei Grammy Awards, si ritrova a dover sostituire all’improvviso il tenore Luciano Pavarotti colpito da afonia: interpreta l’aria “Nessun dorma” in tonalità così originale e cantando la prima strofa in italiano che tale performance è considerata una delle sue più grandi esibizioni.

Il 20 gennaio 2009 ha cantato a Washington alla cerimonia di insediamento del quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d’America Barak Obama in diretta televisiva mondiale.

Nell’agosto 2018 viene diffusa la notizia di un suo ricovero in ospedale per un tumore al pancreas. Muore pochi giorni dopo nella sua casa di Detroit.

Aretha Franklin ha vinto ben 21 Grammy Awards, otto dei quali vinti consecutivamente tra il 1968 ed il 1975.

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