La scelta del nome “Artgender” deriva dalla considerazione per cui esso non debba essere usato solamente come il brand che identifica una particolare società che opera nei settori dell’eventistica, dell’editoria e della comunicazione; per noi l’Artgender rappresenta una vera e propria tipologia di essere umano ovvero chi lo è più profondamente.

Non esclude nessuno ma rinomina una categoria, composta da gente molto diversa al proprio interno… di qualunque credo, origine e direzione; ma, accomunata da un unico fattore: quello artistico. Chiunque può essere o sentirsi un artista fin tanto che si preoccupa di produrre o semplicemente accostarsi ad una qualsiasi forma di espressione.

Questa parola, il nostro nome, identifica chi crede che la bellezza sia necessaria, nelle cose, nelle persone, nei pensieri, nelle parole, nei modi… che l’ispirazione contribuisca alla formazione personale e che l’implementazione delle proprie doti contribuisca ad un’evoluzione individuale.

il re del Pop

Andy Warhol, il re della Pop art

Andy Warhol, il re della Pop art

Il re della Pop art nasce a Pittsburgh in Pennsylvania il 6 agosto del 1928. Terzo figlio di una coppia di immigrati provenienti dalla Slovacchia, manifesta propensione per le materie artistiche fin da subito e, nonostante le modeste origini, il padre crede fortemente nelle sue doti incoraggiandolo e permettendogli di seguire gli studi di pubblicità al college.

Gli anni dopo la formazione

Concluso con successo il percorso accademico, nel ’49 si trasferisce a New York dove ha da subito allettanti opportunità di lavoro come illustratore per note testate di moda. Nel ’52 ha luogo la sua prima personale e da lì a qualche anno Andy è a tutti gli effetti un grafico pubblicitario affermatissimo: collabora con pilastri dell’editoria; a copertine di celebri dischi; realizza campagne pubblicitarie; fa il vetrinista e costituisce la Andy Warhol enterprises per commercializzare e tutelare la sua firma.

La carriera e la fama del re del pop

Si dedica alla pittura con qualche parentesi produttiva di film e cortometraggi, fonda una rivista e una televisione, pubblica un romanzo e scrive un libro, la sua fama è oramai consacrata e decide di dare vita ad uno spazio che passerà alla storia come “il” posto di ritrovo per intellettuali ed irriverenti di New York dell’epoca: la Factory. Questo studio, laboratorio, punto d’incontro, sarà la sua base operativa fino alla fine dei suoi giorni.

La nascita dell’arte Pop

Comincia a focalizzare il proprio interesse verso oggetti comuni, riconoscibili, prodotti “da scaffale” o volti molto famosi, come quello di Marilyn Monroe ed Elvis Presley, studiando un modo per privarli della propria identità e trasformarne la simbologia. E’ qui che nasce l’arte Pop, dalla scelta dei soggetti popolari e la resa di opere alla “portata di tutti”, comprensibili e dall’esperienza appagante per chiunque. Per la commercializzazione dell’arte Warhol utilizza la tecnica della serigrafia così da riprodurre in serie le immagini mantenendo però sulla tela le colorazioni “vive” delle tinte industriali.

Il lascito del re del Pop

Nel 1968, proprio nella Factory, una fanatica spara a lui e il suo compagno ma nonostante le gravi ferite i due sopravvivono. Purtroppo la vicenda colpisce profondamente l’artista che da quel momento non si mostrerà più in pubblico con la stessa frequenza. Realizza una vastità di opere che raccontano la cultura di massa negli Stati Uniti fino a quando nel 1987, all’età di 58 anni, a seguito di una semplice operazione chirurgica alla cistifellea, inspiegabilmente muore. La sua raccolta di opere, le sue creazioni, i suoi concepimenti artistici e la sua voglia di essere dirompente rispetto al contemporaneo sintetizzano perfettamente la sua persona e la raccontano pienamente. Tutto questo è più che sufficiente per connotarlo come un genio assoluto del suo tempo e del suo campo, uno spirito rivoluzionario e innovativo che ci ha regalato un nuovo modo di apprezzare l’arte e nuovi occhi per guardare tutto quanto di comune ci circonda.

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“SPREAD ART, INSPIRE PEOPLE.”

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