

Andy Warhol, il re della Pop art
Andy Warhol, il re della Pop art
Gli anni dopo la formazione
Concluso con successo il percorso accademico, nel ’49 si trasferisce a New York dove ha da subito allettanti opportunità di lavoro come illustratore per note testate di moda. Nel ’52 ha luogo la sua prima personale e da lì a qualche anno Andy è a tutti gli effetti un grafico pubblicitario affermatissimo: collabora con pilastri dell’editoria; a copertine di celebri dischi; realizza campagne pubblicitarie; fa il vetrinista e costituisce la Andy Warhol enterprises per commercializzare e tutelare la sua firma.
La carriera e la fama del re del pop
Si dedica alla pittura con qualche parentesi produttiva di film e cortometraggi, fonda una rivista e una televisione, pubblica un romanzo e scrive un libro, la sua fama è oramai consacrata e decide di dare vita ad uno spazio che passerà alla storia come “il” posto di ritrovo per intellettuali ed irriverenti di New York dell’epoca: la Factory. Questo studio, laboratorio, punto d’incontro, sarà la sua base operativa fino alla fine dei suoi giorni.
La nascita dell’arte Pop
Comincia a focalizzare il proprio interesse verso oggetti comuni, riconoscibili, prodotti “da scaffale” o volti molto famosi, come quello di Marilyn Monroe ed Elvis Presley, studiando un modo per privarli della propria identità e trasformarne la simbologia. E’ qui che nasce l’arte Pop, dalla scelta dei soggetti popolari e la resa di opere alla “portata di tutti”, comprensibili e dall’esperienza appagante per chiunque. Per la commercializzazione dell’arte Warhol utilizza la tecnica della serigrafia così da riprodurre in serie le immagini mantenendo però sulla tela le colorazioni “vive” delle tinte industriali.
Il lascito del re del Pop
Nel 1968, proprio nella Factory, una fanatica spara a lui e il suo compagno ma nonostante le gravi ferite i due sopravvivono. Purtroppo la vicenda colpisce profondamente l’artista che da quel momento non si mostrerà più in pubblico con la stessa frequenza. Realizza una vastità di opere che raccontano la cultura di massa negli Stati Uniti fino a quando nel 1987, all’età di 58 anni, a seguito di una semplice operazione chirurgica alla cistifellea, inspiegabilmente muore. La sua raccolta di opere, le sue creazioni, i suoi concepimenti artistici e la sua voglia di essere dirompente rispetto al contemporaneo sintetizzano perfettamente la sua persona e la raccontano pienamente. Tutto questo è più che sufficiente per connotarlo come un genio assoluto del suo tempo e del suo campo, uno spirito rivoluzionario e innovativo che ci ha regalato un nuovo modo di apprezzare l’arte e nuovi occhi per guardare tutto quanto di comune ci circonda.