

Amelia Earhart: eroina dell’aviazione e modello femminile
Amelia Earhart: eroina dell’aviazione e modello femminile
Amelia l’eroina volante e l’infanzia
Nei primi diciotto anni di vita, Amelia affronta molti spostamenti di residenza a causa del lavoro del padre, ma nel 1915 si stabilisce definitivamente a Chicago dove frequenta corsi per diventare infermiera.
Lo scoppio della prima guerra mondiale la vede di stanza in Canada dove presterà servizio in un ospedale militare per tutto il periodo.
Nel 1920, all’età di ventitré anni, si reca con il padre ad un raduno aeronautico presso il Daugherty Airfield a Long Beach in California e, pagando un dollaro, per la prima volta sale a bordo di un biplano per un volo turistico di dieci minuti.
È in questa occasione che si appassiona agli aerei e decide di imparare a volare.
I primi voli
Comincia a frequentare lezioni di volo e con l’aiuto della madre acquista il suo primo biplano, con il quale stabilirà il primo dei suoi numerosi record femminili salendo a quota 14.000 piedi.
Nel 1928, a bordo di un Fokker F. VII ed insieme al capitano H. Railey ed il co-pilota Gordon, è la prima donna ad attraversare l’Atlantico. Il volo, durato 21 ore, le conferisce quegli onori e quella notorietà che la seguiranno per il resto della vita.
Nell’aprile del 1931, pilotando un Pitcaim PCA-2, stabilisce il record mondiale di altitudine raggiungendo i 18.415 piedi.
Nello stesso anno sposa George Putnam, scrittore, editore ed organizzatore delle sue prime imprese.
L’anno successivo compie la trasvolata in solitaria da Terranova all’Irlanda del Nord impiegandoci quattordici ore e cinquantasei minuti.
Nel 1935 Amelia l’eroina voltante entra, come consigliere tecnico per il Dipartimento dell’Aeronautica, alla Purdue University e, proprio grazie ai finanziamenti di tale ateneo, fa costruire un aereo monoplano bimotore concepito per realizzare il suo grande sogno a cui pensava da tempo: circumnavigare il mondo intero in aereo.
Il mondo per Amelia l’eroina volante
Il Lockheed L-10 Electra venne costruito dalla Lockheed Aircraft Corporation seguendo le specifiche disposizioni della Earhart che, tra le altre, includevano estese modifiche alla fusoliera per poter incorporare ulteriori serbatoi di carburante.
Come secondo navigatore fu scelto Fred Noonan, grande esperto della navigazione sia Marina che aerea. Noonan aveva lavorato a lungo per la Pan Am come elaboratore di rotte e addestratore di volo.
Dopo alcuni tentativi di partenza, andati a monte per guasti tecnici, finalmente il primo giugno del 1937 Amelia e Fred decollano da Miami in Florida facendo rotta verso est per coronare il sogno a cui avevano dedicato tanti sforzi.
Fecero varie tappe in Sud America, Africa, India e Indocina arrivando a Lae, in Nuova Guinea da cui avrebbero affrontato l’ultimo tratto attraverso l’Oceano Pacifico.
Il 2 luglio 1937, a mezzanotte, la Earhart e Noonan decollarono da Lae con il Fokker sovraccarico. La loro destinazione, prima della tappa finale, era Howland, una piccola isola nel Pacifico distante 4.113 chilometri. Purtroppo non vi arrivarono mai e la loro ultima posizione fu rintracciata vicino alle isole Nukumanu.
Da subito iniziarono le operazioni di ricerca e salvataggio da parte della Marina americana.
Il 6 luglio, quattro giorni dopo l’ultima trasmissione radio di Earhart, il comandante della nave da battaglia Colorado con base a Pearl Arbour, assunse il controllo di tutte le attività di ricerca.
Anche George Putnam, marito di Amelia, finanziò alcune operazioni di investigazione.
Le ricerche terminarono ufficialmente il 19 luglio 1937 e, con un costo di 4 milioni di dollari furono la più costosa ed intensiva operazione di ricerca della storia degli Stati Uniti.
Dopo la scomparsa della Earhart e di Noonan emersero molte teorie per spiegare l’accaduto ma, quasi sicuramente, l’ipotesi più veritiera è quella che vede il sommarsi di una serie di circostanze infelici quali: carburante insufficiente, trasmissioni radio fallite, condizioni meteo avverse.
L’8 marzo del 2018 un’analisi pubblicata sulla rivista Forensic Anthropology ha stabilito che alcuni resti umani trovati nel 1940 sull’isola di Nikumaroro, all’epoca disabitata, nello stato di Kiribati al largo del Pacifico, appartengono alla pilota americana.
Il mistero della tragica scomparsa ha contribuito ad alimentare il mito di Amelia l’eroina volante facendola diventare un simbolo dell’aviazione, ma soprattutto un’icona del femminismo ed una fonte di ispirazione per le donne a venire.